martedì 22 aprile 2008

IL VOLTO DEL PADRE (prima parte)


vi propongo questo cammino alla scoperta del volto del Padre attraverso la Sacra Scrittura di questa Suor maria Gloria Riva autrice del "Codice dell'Amore" Adoratrice perpetua del SS.mo Sacramento, suora di clausura che ha aperto le "grate" del web al cuore di molti che ardono di passione per Dio. La presenterò in più parti perchè è lunghissimo, e penso che non vada perso nulla. Vi accorgerete quanta teologia "comprensibile" e padronanza con l'Ebraico e tutto reso interessantissimo in questo cammino alla scoperta del volto del Padre!... Buona lettura a tutti!


L'ESPERIENZA DI ABRAMO
ABRAMO: AMBIENTE CULTURALE

Per comprendere quale volto Dio rivelò ad Abramo occorre delineare sia pur brevemente l'ambiente culturale in cui si svolse la vita del Patriarca.
La Scrittura ci informa che il padre di Abramo, Terach, era nato in Ur dei Caldei, una città della bassa Mesopotamia; ebbe tre figli: Abram, Nacor e Aran. Il terzogenito Aran morì prematuramente “mentre il padre era ancora vivo" (Gen 11,28), dice il testo sacro, lasciando la moglie e un figlio, Lot. Probabilmente il clan di Terach conduceva una vita nomade, poiché la Bibbia ci parla di una loro migrazione verso l'area nord-ovest della Mesopotamia: Carran. Tutti i popoli vivevano nel paganesimo, tributando culto agli idoli e anche Terach, come sappiamo dal libro di Giosuè 24, 2, serviva altri dei.
La tradizione rabbinica, dando al nome Ur il significato di fornace, commenta il passo in cui il Signore dice ad Abramo «ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei» (Gen 15, 7), affermando che Abramo fu tratto dalla vuota fornace di chi non conosce Dio. Inoltre, partendo dal v. 2 del cap. 24 di Giosuè, commentatori rabbinici narrano come già nella casa del Padre, prima della chiamata divina, Abramo riteneva gli idoli cosa vana.
“Nella casa paterna di Abramo si servivano gli dei. Si fabbricavano idoli che poi si vendevano al mercato. Un giorno toccò ad Abramo di andare a venderli. Si avvicinò un tale e gli chiese: Quanto costa questa statua? Tre mine, gli rispose e gli chiese: Quanti anni hai? Quegli gli rispose: Trent’anni. Allora gli disse [Abramo]: Hai trent’anni e vuoi adorare quello che io ho fatto appena oggi? Allora quello si girò e se ne andò.” (Seder Eliyaliu Rabbali 6).
Generalmente nel Midrash si spiega il testo del Cantico dei Cantici alla luce della storia di Israele. In un trattato (Tanhuma Lek leka 1-5) che parla della chiamata divina fatta ad Abramo, si applica al Patriarca il versetto 8 del Cap 8 del Cantico: «Una sorella piccola abbiamo che non ha ancora seni». Attraverso un gioco di parole possibile in ebraico sorella (ahot) diviene egli ha confessato l’unità (ihah [iyed]) e non ha ancora seni (shadayim) diviene poiché egli ancora (she - ‘adayin) non aveva figli.
Abramo dunque, pur vivendo immerso nell'idolatria, prima ancora di conoscere la promessa di Dio circa la sua discendenza (cioè prima di avere i due figli), aveva già in cuore il desiderio di confessare l'unità di Dio. Egli, dicono i rabbini, fu padre della fede anche per il proprio padre Terach. Fu infatti per dare ascolto ad Abramo e sfuggire alla tentazione del culto agli idoli che Terach lasciò i Caldei per recarsi a Carran. (cfr. Seder Eliyahu Rabbah 6).

DIO SI RIVELA: LA PROMESSA

Proprio Carran diviene teatro del primo incontro tra Dio ed Abramo:

“Il Signore disse ad Abram:
«Vattene (=Lek leka) dal tuo paese,

dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese dove io ti indicherò.
Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì

come gli aveva ordinato il Signore,

e con lui partì Lot.” (Gen 12, 1-4a)

Entriamo nel vivo della nostra meditazione. Quale Dio si rivela ad Abramo?
Abramo si era già allontanato da Ur a causa della sua ricerca spirituale, tanto lontana dagli abitanti della sua patria, eppure qui il Signore gli ingiunge di lasciare anche questa nuova terra. Non solo: gli chiede di lasciare la casa paterna. Se lasciare una patria, per un nomade, poteva essere relativamente facile, per una società di tipo patriarcale lasciare il proprio clan significava attuare uno sradicamento totale. E Dio gli chiede questo attraverso un semplice invito: “Vattene”, che in ebraico suona così: “Lek-leka!" e che tradotto letteralmente potrebbe diventare: “Va' per te!” oppure: “Va' verso te stesso!"
Dio si presenta dunque ad Abramo anzitutto come Colui che conosce la verità di ciò che Abramo è e lo sprona a scoprirla. È come se Dio gli dicesse: Lascia tutte le tue sicurezze e va’ alla scoperta di ciò che veramente sei ai miei occhi, alla scoperta di ciò per cui sei stato creato.
A questo fa seguire la promessa di una discendenza: «Farò di te un grande popolo (goj)» e quella di diventare lui stesso benedizione: «e diventerai una benedizione … in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra» (Gen 12. 2-3). Dio si impegna con Abramo fin da subito in maniera radicale. Il termine usato nella promessa di fare di lui un grande popolo è goj, appellativo che indica generalmente i popoli pagani. Accordandogli la promessa di essere una benedizione e di benedire in lui ogni tribù della terra Dio in certo qual modo fa precedere la sua benedizione alla benedizione di Abramo.
E diventerai una benedizione. Questo significa che la tua benedizione precederà la mia benedizione. (Tanhuma, Lek leka, 4)
Ciò che sorprende dopo questa affermazione è che in nessun episodio narrato in Genesi si vede Abramo pronunciare una benedizione, mentre con minuzia, nello stesso libro, vengono descritte le benedizioni di Isacco e di Giacobbe ai figli. Abramo non conferisce alcuna benedizione perché la sua stessa vita, la sua risposta a Dio sarà benedizione per coloro che a lui faranno riferimento.
Ma come risponde qui Abramo? Notiamo infatti che da questa prima rivelazione non scaturisce alcun dialogo con Dio, Abramo non pronuncia alcuna parola, egli risponde semplicemente obbedendo: Abram partì come gli aveva ordinato il Signore.

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