State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. E' come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate! Da questo si capisce l’importanza dell’attesa vigilante e attenta ai segni dei tempi che ci aiutano ad accogliere la venuta del “padrone di casa” (Mc 13, 35). Quando verrà lui, tutto sparirà, “il potere dei servi” (Mc 13, 34) anche i segni che ci aiutano a ricordarci della sua benevolenza (tempio, Gerusalemme, casa). I “servi” e “il portiere” (Mc 13, 34) all’arrivo del padrone non badano più ai segni, ma si compiacciono nel padrone stesso: “Ecco lo Sposo andategli incontro” (Mt 25, 6 + Mc 2, 19-20).
Gesù spesso chiedeva ai suoi di vegliare. Nell’orto degli Ulivi, il giovedì sera, prima della passione, il Signore dice a Pietro, Giacomo e Giovanni: “restate qui e vegliate con me” (Mc 14, 34; Mt 26, 38) La veglia ci aiuta a non cadere in tentazione (Mt 26, 41) ma a rimanere svegli. Nell’orto degli ulivi i discepoli dormono perché la carne è debole anche se lo spirito è pronto (Mc 14, 38). Chi si addormenta va in rovina, come Sansone che si era lasciato farsi addormentare, perdendo così la sua forza, dono del Signore (Gdc 16, 19). Bisogna sempre stare svegli e non addormentarsi, ma vegliare e pregare per non essere ingannati, avviandosi così alla propria perdizione (Mc 13, 22 + Gv 1, 6). Perciò “svègliati, o tu che dormi, dèstati dai morti, e Cristo ti illuminerà” (Ef 5, 14).



