martedì 6 novembre 2007

CROCIATA D'INTERCESSIONE


Antonio (settimana trascorsa in day-hospital per accertamenti è stato dimesso del tutto da lun 5/11 ricomincia la scuola, la famiglia si è avvicinata a Jeshua ... Gloria solo a Dio!!!)
Bruno (operazione d'urgenza sospetto tumore)
Susanna 25 anni tumore
Filippo (bimbo malato dalla nascita in ospedale)
Giusi (ricerca vocazionale)
Martina (adolescente in difficoltà)
Sara (sorella ad un bivio spirituale di un momento molto delicato)
Rachele (giovane carismatica 27 anni varie metastasi, molto grave)
Domenico (piccolo bimbo non è ancora chiaro il problema)
Vittorio (problemi vari)

LA NECESSITA' DI PREGARE (Pd.Raniero Cantalamessa)

Luca 18, 1-8
Il vangelo comincia così: “In quel tempo, Gesú disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”. La parabola è quella della vedova importuna. Alla domanda: “Quante volte si deve pregare?”, Gesú risponde: Sempre! La preghiera, come l'amore, non sopporta il calcolo delle volte. Ci si chiede forse quante volte al giorno una mamma ama il suo bambino, o un amico il suo amico? Si può amare con gradi diversi di consapevolezza, ma non a intervalli più o meno regolari. Così è anche della preghiera.Questo ideale di preghiera continua si è realizzato, in forme diverse, sia in Oriente che in Occidente. La spiritualità orientale l'ha praticato con la cosiddetta preghiera di Gesú: "Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!". L'Occidente ha formulato il principio di una preghiera continua, ma in modo più duttile, tanto da poter essere proposto a tutti e non solo a quelli che fanno professione esplicita di vita monastica. Sant'Agostino dice che l'essenza della preghiera è il desiderio. Se continuo è il desiderio di Dio continua è pure la preghiera, mentre se manca il desiderio interiore, si può gridare quanto si vuole, per Dio si è muti. Ora questo desiderio segreto di Dio, fatto di ricordo, di bisogno di infinito, di nostalgia di Dio, può rimanere vivo, anche mentre si è costretti a fare altre cose: “Pregare a lungo non equivale a stare a lungo in ginocchio o a mani giunte o dire molte parole. Consiste piuttosto nel suscitare un continuo e devoto impulso del cuore verso colui che invochiamo”.Gesú ci ha dato lui stesso l’esempio della preghiera incessante. Di lui si dice nei vangeli che pregava di giorno, sul far della sera, al mattino presto e che passava a volte l’intera notte in preghiera. La preghiera era il tessuto connettivo di tutta la sua vita.Ma l’esempio di Cristo ci dice anche un’altra cosa importante. È illusorio pensare di poter pregare sempre, fare della preghiera una specie di respiro costante dell’anima anche in mezzo alle attività quotidiane, se non si riservano alla preghiera anche dei tempi fissi, in cui si attende alla preghiera, liberi da ogni altra occupazione. Quel Gesú che vediamo pregare sempre, è lo stesso che, come ogni altro ebreo del suo tempo, tre volte al giorno - al sorgere del sole, nel pomeriggio durante i sacrifici del tempio, e al tramonto - si fermava, si voltava verso il tempio di Gerusalemme e recitava le preghiere di rito, tra cui lo Shema Israel, Ascolta Israele. Il Sabato partecipava anch’egli, con i discepoli, al culto nella sinagoga e diversi episodi evangelici avvengono proprio in questo contesto.La Chiesa ha fissato anch’essa, si può dire fin dal primo momento di vita, un giorno speciale da dedicare al culto e alla preghiera, la Domenica. Sappiamo tutti cosa è diventata, purtroppo, la Domenica nella nostra società; lo sport, e in particolare il calcio, da fattore di svago e di distensione, è diventato qualcosa che spesso avvelena la Domenica... Dobbiamo fare il possibile perché questo giorno torni ad essere, come era nelle intenzioni di Dio nel comandare il riposo festivo, un giorno di serena gioia che rinsalda la nostra comunione con Dio e tra di noi, nella famiglia e nella società.È di stimolo a noi cristiani moderni ricordare le parole che i martiri Saturnino e compagni rivolgono, nel 305, al giudice romano che li aveva fatti arrestare per aver partecipato alla riunione domenicale: “Il cristiano non può vivere senza l’Eucaristia domenicale. Non sai che il cristiano esiste per l’Eucaristia e l’Eucaristia per il cristiano?”

COME PREGARE? (Past.Roberto Bracco)


I discepoli chiesero a Gesù: - Insegnaci a pregare!
Molti oggi chiedono la medesima cosa. Non riescono a provare interesse per la preghiera; non trovano gioia, non ottengono esaudimento e perciò chiedono: "Come dobbiamo comportarci nella preghiera?"
È necessario che dica subito che la preghiera deve divenire fonte di gioia e di consolazione indipendentemente dalle cose che si possono ottenere per essa. Un cristiano deve desiderare la preghiera, deve anzi sentire la necessità della preghiera in ogni momento, anche quando gli sembra di non aver nulla da chiedere a Dio.
Non è forse bello per un bambino ricco di espansività dimorare con fiducia fra le braccia paterne per esclamare semplicemente: "Papà, ti voglio tanto bene"; oppure: "Papà sei caro e bello più di tutti coloro che io conosco!"
Iddio gradisce le manifestazioni di lode, d'adorazione e di affetto che i Suoi figliuoli Gli tributano dimorando fra le Sue braccia a mezzo della preghiera.
Ma non voglio soltanto dire quello che deve essere la preghiera per il credente, ma voglio anche ricordare come deve essere esercitata la preghiera perché possa essere costantemente fonte di gioia e di consolazione.
La preghiera deve essere semplicemente un incontro con il Padre; una conversazione con Dio. Osservate Gesù mentre prega. Non c'è nulla di liturgico, di teatrale, di artificioso: Egli parla con semplicità rivolgendosi spontaneamente al Padre. Sembra che Egli veda il Padre vicino a Sé e che Gli rivolga con naturalezza la parola.
La Sua è una vera conversazione, piena di fiducia, di confidenza. Questa è la preghiera! Le frasi artificiose, le parole ben composte o meccaniche non aiutano il credente ad incontrare il Signore, anzi lo allontanano da Lui, creano un'atmosfera falsa, una cortina di formalità religiosa.
Il credente si deve esercitare ad usare il suo diritto di famiglia con il Padre; deve imparare a parlarGli con semplicità, con naturalezza e in piena confidenza. Se qualche volta non trova parole per una conversazione, deve desiderare ugualmente di trovarsi nella Sua dolce e gloriosa presenza.
È logico che ripetendo frasi dopo frasi venga la stanchezza e la noia; quando si fa della preghiera un'azione meccanica e stereotipata, l'anima s'inaridisce, ma quando la preghiera è un soave ed intimo colloquio con Dio, l'anima si vivifica nella gioia e nella benedizione.
Una servente di Dio, usata gloriosamente come strumento di benedizione nel servizio, amava, ogni giorno della sua vita, raccogliersi per un periodo di tempo in un angolo intimo della sua casa per incontrarsi semplicemente con Dio. Ella rimaneva nel silenzio più assoluto; silenzio di labbra, silenzio di pensiero; silenzio di emozioni. Attendeva semplicemente la presenza di Dio, la voce di Dio.
Quest'incontro quotidiano, nell'eden del cuore era, per questa donna pia, la preghiera più dolce, più ricca che ella avesse potuto desiderare.
Ricordati che se hai ricevuto Gesù come tuo salvatore sei un figliuolo di Dio; ricordati che Egli è il Padre; ricordati che Egli è vicino a te e ti ascolta. Si, ricordati tutto ciò e parlaGli: questa è la preghiera.
Quando tu ti eserciterai nella preghiera in un modo spontaneo e semplice, troverai la gioia della preghiera, ed allora non soltanto essa ti accompagnerà nelle diverse circostanze della vita, ma tu cercherai con ansia di utilizzare tutte le ore e tutti gli attimi di libertà per incontrarti con intimità con il tuo Dio.
Abituati anche a presentare in preghiera anche tutte le tue necessità. Iddio è pronto per dare cose buone a coloro che gliele chiedono. Rimarrai sorpreso della Sua grandezza e della Sua prontezza.
Anche nel far questo però usa semplicità e naturalezza. Hai una necessita? Uniscila ad una promessa della Bibbia e poi presentala con naturalezza a Dio in preghiera e persevera fino all'esaudimento.
Per esempio: sei afflitto? Presentati a Dio e diGli come figliuolo: Padre, la Tua Parola mi dice: È alcun di voi afflitto? Preghi! Io vengo a presentarTi la mia afflizione; consolami!
Iddio ti consolerà perché è fedele. Se tu avrai scritto la tua richiesta sopra un taccuino, rimarrai meravigliato della prontezza e dell'opportunità di Dio.
Puoi segnare tutte le tue richieste sopra un taccuino, una dopo l'altra, e presentarle a Dio in preghiera unite alle promesse contenute nella Sua Parola. Iddio ti farà cancellare le tue richieste una dopo l'altra nell'esaudimento.
George Müller, il fondatore dei grandiosi orfanotrofi di Bristol, aveva edificata tutta la sua poderosa attività sulla preghiera, e tutti i mezzi necessari per mantenere migliaia di ragazzi sono stati risposte alle sue preghiere. Nel suo taccuino di preghiera si poteva leggere:
"Cose necessarie da chiedere al Padre: un risveglio fra gli orfani; due insegnanti cristiani per il reparto maschile; un grande armadio per il guardaroba; seicento paia di scarpe per gli orfani; il denaro per ampliare un locale."
Come possiamo vedere, un servitore di Dio che ha scoperto il segreto della preghiera è disposto a chiedere in semplicità ogni cosa al Padre. Egli è sicuro che può ottenere tutto e perciò non si affanna e non si scoraggia perché ha tutto.
Anche tu puoi avere il tuo taccuino di preghiera, ma è molto più importante che tu abbia il tuo tempo di preghiera. Nella tua giornata ci deve essere un periodo riservato soltanto a Dio; un periodo per incontrarti con Dio, per parlare con Dio.
Io credo che il periodo migliore sia all'inizio della giornata; prima che abbiano inizio i lavori, le occupazioni e le preoccupazioni. La mente e più riposata, il cuore e più sereno e tutto facilita un incontro intimo con il Padre.
Anche Dio gradisce che sia consacrato al Suo nome il primo periodo della giornata, perché questo dimostra che Egli viene posto avanti ad ogni cosa. Un servitore di Dio affermava che trovare Iddio prima che incominci la navigazione della giornata, ci assicura un mare sottomesso alla nostra piccola nave ed un viaggio gioioso.
Non dobbiamo accontentarci di un periodo soltanto; noi abbiamo fissati tre o quattro periodi ogni giorno per nutrire i nostri corpi e non dovremmo stabilirne di meno per nutrire la nostra anima.
Non dire: Pregherò quando ho tempo; perché altrimenti non pregheresti mai. Stabilisci dei periodi di tempo precisi. Tu non dici: Mangerò quando ho tempo! Tu mangi quando giunge l'ora della colazione, del pranzo o della cena e così devi pregare quando giunge l'ora della conversazione con il Padre.
Se puoi fare a meno di fissare la durata di questi periodi è meglio. Ti puoi abbandonare senza preoccupazione di tempo alla dolcezza della comunione e del colloquio.
Non essere frettoloso di allontanarti dalla presenza di Dio, perché Egli non ha fretta di lasciar te.
Cerca di trovare altri cristiani desiderosi di curare le relazioni con Dio ed unisciti a loro per riunioni di preghiera in comune. L'unione aumenta la potenza della preghiera. Nel pari consentimento di due o tre credenti tutte le potenze vengono scrollate.
Anche nelle preghiere in comune però, bisogna fuggire l'artificio; la preghiera deve rimanere una intima conversazione con Dio, anche se con un maggior numero di partecipanti.
Una cristiana di colore organizzò delle riunioni di preghiera notturne per un risveglio della comunità della quale suo marito era pastore. Queste riunioni attirarono un numero sempre maggiore di credenti pieni di fervore fino a tanto che la gloria di Dio riempì quel luogo di riunione e fece nascere un glorioso risveglio spirituale che dura fino a questi giorni. Tutti quelli che si erano uniti lo avevano fatto spontaneamente e quindi il pari consentimento era stato perfetto.
Insegnaci a pregare.
Andiamo con semplicità a Colui che ci allarga le braccia, abbandoniamoci fiduciosi al Suo abbraccio. Egli non si aspetta la moltitudine delle parole e, non si aspetta neanche le frasi fiorite; si aspetta soltanto il nostro amore.
AdoriamoLo, lodiamoLo, contempliamoLo, ascoltiamoLo e quando dobbiamo parlare, diciamoGli con naturalezza quello che ci occorre, quello che desideriamo da Lui e per fede ringraziamoLo riconoscenti dell'aiuto che Egli, certamente ci darà.

LA PREGHIERA INCESSANTE (Giovanni Cassiano)

Il Signore, fonte d`inviolabile santità, per radicarsi in una perfetta purezza, non aveva alcun bisogno di quei mezzi esteriori che per noi sono l`allontanamento dagli uomini e la solitudine... Eppure anche Gesù si ritira, solo, sul monte a pregare (Mt 14,23), per insegnarci col suo esempio che anche noi, se vogliamo pregare Dio con cuore puro e indiviso, dobbiamo separarci come lui dal disordine e dalla confusione della folla. Solo così, pur restando ancora in questa vita, potremo in qualche modo conformarci alla beatitudine promessa ai santi nell`eternità e potremo far sì che anche per noi Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,28).
In tal modo si realizzerà in noi la preghiera che il Salvatore rivolse al Padre in favore dei suoi discepoli: L`amore con cui mi hai amato sia in essi e io in loro (Gv 17,26); e ancora: Siano tutti uno come tu Padre sei in me e io sono in te, anch`essi siano uno in noi (Gv 17,21). Quando si sarà avverata questa preghiera del Signore - che non può essere annullata - allora quell`amore perfetto col quale Dio per primo ci ha amato (1Gv 4,10), si trasmetterà anche ai nostri cuori.
Ciò avverrà quando ogni nostro amore, ogni desiderio, sforzo, ricerca, pensiero, ciò di cui viviamo, parliamo, respiriamo, non sarà altro che Dio; quando l`unità che regna tra il Padre e il Figlio e tra il Figlio e il Padre si trasfonderà nel nostro cuore e nella nostra anima, cioè quando, imitando l`amore puro e indissolubile col quale Dio ci ama, a nostra volta lo ameremo con un amore perpetuo e inseparabile e saremo talmente uniti a lui, che ogni nostro respiro, ogni pensiero, ogni parola, non saranno che lui. Così giungeremo al fine di cui abbiamo parlato e che il Signore chiede per noi nella sua preghiera: Siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell`unità (Gv 17,22-23); e ancora: Padre, io voglio che quelli che tu mi hai dato, siano anch`essi con me dove sono io (Gv 17,24).
Questo è l`ideale del solitario, a questo deve tendere ogni suo sforzo: avere la grazia di possedere, fin da questa vita, una somiglianza della beatitudine eterna e gustare in questo mondo un`anticipazione della vita e della gloria celeste.