martedì 6 novembre 2007

LA PREGHIERA INCESSANTE (Giovanni Cassiano)

Il Signore, fonte d`inviolabile santità, per radicarsi in una perfetta purezza, non aveva alcun bisogno di quei mezzi esteriori che per noi sono l`allontanamento dagli uomini e la solitudine... Eppure anche Gesù si ritira, solo, sul monte a pregare (Mt 14,23), per insegnarci col suo esempio che anche noi, se vogliamo pregare Dio con cuore puro e indiviso, dobbiamo separarci come lui dal disordine e dalla confusione della folla. Solo così, pur restando ancora in questa vita, potremo in qualche modo conformarci alla beatitudine promessa ai santi nell`eternità e potremo far sì che anche per noi Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,28).
In tal modo si realizzerà in noi la preghiera che il Salvatore rivolse al Padre in favore dei suoi discepoli: L`amore con cui mi hai amato sia in essi e io in loro (Gv 17,26); e ancora: Siano tutti uno come tu Padre sei in me e io sono in te, anch`essi siano uno in noi (Gv 17,21). Quando si sarà avverata questa preghiera del Signore - che non può essere annullata - allora quell`amore perfetto col quale Dio per primo ci ha amato (1Gv 4,10), si trasmetterà anche ai nostri cuori.
Ciò avverrà quando ogni nostro amore, ogni desiderio, sforzo, ricerca, pensiero, ciò di cui viviamo, parliamo, respiriamo, non sarà altro che Dio; quando l`unità che regna tra il Padre e il Figlio e tra il Figlio e il Padre si trasfonderà nel nostro cuore e nella nostra anima, cioè quando, imitando l`amore puro e indissolubile col quale Dio ci ama, a nostra volta lo ameremo con un amore perpetuo e inseparabile e saremo talmente uniti a lui, che ogni nostro respiro, ogni pensiero, ogni parola, non saranno che lui. Così giungeremo al fine di cui abbiamo parlato e che il Signore chiede per noi nella sua preghiera: Siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell`unità (Gv 17,22-23); e ancora: Padre, io voglio che quelli che tu mi hai dato, siano anch`essi con me dove sono io (Gv 17,24).
Questo è l`ideale del solitario, a questo deve tendere ogni suo sforzo: avere la grazia di possedere, fin da questa vita, una somiglianza della beatitudine eterna e gustare in questo mondo un`anticipazione della vita e della gloria celeste.


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