giovedì 23 agosto 2007

BENTORNATI !!!

Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell`ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.Mentre scendevano dal monte .... (Mc 9,5 – Lc 9,33 )

A tutti gli amici di Jeshua … buon ritorno!
Tutte le cose belle sono destinate a terminare … lodiamo però l’Eterno perché ci ha concesso un periodo di vacanza e volgiamo uno sguardo di misericordia e di amore per chi invece non l’ha potuta godere.
Allora benediciamo Jeshua perché ce l’ha data non perché ce l’ha tolta!
E’ comprensibile, è difficile, traumatizzante innestarsi nuovamente in meccanismi logoranti, dopo aver provato tanta pace e tanta libertà, ma è doveroso. La “nemica” sveglia è stata messa a tacere per lungo tempo, magari qualcuno ne ha approfittato per dormire un po’ in più, altri per impigrirsi nello spirito, altri invece per rinvigorirlo sfruttando il vantaggio di avere più tempo per il Maestro, qualcuno ha letto, altri no…non importa!
Oggi è tempo di riprendersi e riprogrammare la nostra vita facendo tesoro di quello che abbiamo sperimentato in vacanza: «non si può vivere senza Dio!».


E’ l’esperienza di Pietro, Giacomo e Giovanni, chiamati in disparte da Gesù, che l’invita ad una “gita” fuori dalla calca polverosa delle città della Galilea. La necessità di fare un passo verso un livello nello Spirito maggiore spinge gli apostoli a seguire il Maestro all’ascesa al monte Tabor, un po’ per curiosità, un po’ per necessità, sicuramente per ubbidienza. Le attese, lo stupore, l’ansia sono subito placate dal panorama mozzafiato e dal silenzio che regnava sulla cima di quella montagna (600 mt slm).

Che pace anche per Gesù che desiderava appartarsi quasi per nostalgia di cielo, per nostalgia del Padre!
Quindi, Gesù si apparta per pregare, approfittando della “vacanza” strappata agli impegni “pastorali” e si sà quandoGesù prega si squarcia il cielo! Anche gli apostoli approfittano della vacanza per fare una pennichella, sembra che il pregare di Gesù faccia venire sonno ai poveri ex pescatori (vedi orto degli ulivi) ma è più comprensibile che il sonno scendesse sugli apostoli per preservarli dalla visione di quello che poi invece per amore fu concesso vedere ed udire.
In vacanza c’è chi prega e chi dorme, ma tutti prima o poi sono messi di fronte alla Verità che si stà manifestando! Infatti Gesù nello splendore della trasfigurazione riassume per un piccolo tempo la sua natura celeste sfolgorando di Gloria ed illuminando l’intero monte. Si destano gli stanchi apostoli, sfiancati dalla costanza e dalla perseveranza della preghiera del loro instancabile Pastore e Maestro e vedono … e sentono … questa è la ricompensa per chi si è fidato di Gesù e lo ha seguito nel nascondimento e nella quiete di una montagna, viene premiata la fedeltà dalla contemplazione della Gloria sfolgorante di Gesù/Dio e della voce dell’Eterno Padre.
Allora Pietro tremante proclama la frase che tutti noi diciamo mentre ammiriamo la natura, la famiglia, qualcosa di meraviglioso, o i doni di Dio o per i più contemplativi, Dio stesso ! Si Gesù è proprio bello stare con te in vacanza, lontano dalla folla che chiede, parla, dice … è talmente bello che ci fa venire la voglia di vivere nel luogo del tuo silenzio dove con estrema faciltà tu sei esplicitamente manifesto e glorioso, visibilmente Re e eccezionalmente vicino! Facciamo delle tende, vogliamo stare con te, con la nostra famiglia senza fatica, senza lavoro, senza sveglia, senza fretta, senza impegni … con te!
Gesù sembra dirci: «Amico, vedi, questo è il pregustare quelle delizie che ti saranno date pienamente un giorno, per oggi è così, per poco, ma anche questo scorcio di cielo è un premio incommisurabile per coloro che mi cercano, mi anelano e desiderano la mia presenza … io cerco questi adoratori! »
Alla fine di tutto senza neanche discutere, Gesù il giorno dopo, comincia a scendere in città distruggendo i sogni e le speranze degli apostoli che si erano beati di tanta Gloria da non riuscire a parlare d’altro., li riportà alla realtà di quel momento, nel caos, tra la folla, in città!
Il Maestro sembra dirci che il nostro posto è tra i vivi, è nel deserto delle città dove incontrarlo e solo per gli esploratori, veri adoratori, eroi ed impavidi ricercatori delle delizie dell’Eterno. A noi “comuni mortali” però c’incoraggia e c’invita comunque a seguirlo ogni tanto sulle montagne del silenzio con Lui dove è più facile trovarlo, ma ci sprona anche a cercalo soprattutto nel cuore, e tra il “rumore” della nostra vita, nella nostra “stanza della preghiera”, lì c’incontrerà!
Sforzaimoci con tutto il cuore, con tutte le nostre forze, con tutta la mente e con tutta la nostra vita di cercarlo, vedremo che Egli si trasfigurerà nel quotidiano della nostra povertà, in casa nostra, nella nostra chiesa, a lavoro, per strada … ovunque!
L’ha promesso Lui stesso:

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. (MT 7,7 – Lc 11,9)

Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena
. (Gv 16,24)

Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Mt 6,4)

Allora buon ritorno e possiate con il cuore e con lo Spirito vivere in una continua contemplazione del Maestro Jeshua che si trasfigura d’amore per noi!

Giosuè

mercoledì 22 agosto 2007

QUANDO IL MAESTRO PARLA AL CUORE (di G.Courtois)

DIMORA IN ME E ACCOGLIMI

Io compio la mia opera di pace e di amore nella Chiesa attraverso le anime di orazione, docili alla mia azione. Orazione: pensare a Dio amandolo.

1. Dialogo degli occhi.
2. Dialogo dei cuori.
3. Dialogo dei desideri
con ciascuna delle Persone della Trinità.


PADRE
1. a) Immerso in Gesù, Figlio dell'eterno Padre, con­templare il Padre con disponibilità, azione di gra­zie, amore.
b) Il Padre mi vede nel suo Figlio: vede tutte le anime legate alla mia, nella sintesi del piano di amore, e vede anche tutta la mia miseria.

2. a) Immerso in Gesù, in comunione con i suoi senti­menti, io amo il Padre. Non dico nulla, amo.
b) Il Padre mi ama. Lasciarmi amare dal Padre. Dio ha tanto amato il mondo.
3. a) Desiderio del Padre, in unione con Gesù: dono della salute fisica e morale, intellettuale e apostolica.
b) Che volete che io vi faccia? Sii sereno, sii gioioso, sii fiducioso.

FIGLIO
1. a) Vedere Gesù nei suoi misteri.
b) Egli vede la mia miseria, povertà, indigenza.

2. a) Amare Gesù con tutta la mia anima, con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze. Amore consolatore, ripa­ratore.
b) Lasciarmi amare da lui:

3. a) Ciò che desidero: che Egli faccia di me alter Chri­stus .
b) Lasciarmi dirigere come lui vuole: disponibilità, docilità, adesione.

SPIRITO SANTO
1. a) Contemplare tutto ciò che lo Spirito Santo compie, dona e perdona nel mondo. Tutto ciò che purifica, ispira, illumina, infiamma, fortifica, unisce, feconda.
b) Mostrare la mia miseria. Supplicarlo di smuovere gli ostacoli alla realizzazione del piano del Padre.
2. a) Amare l'Amore.

b) Lasciarmi infiammare da lui.
3. a) Chiedere il dono dell'orazione profonda dell'am­plesso interiore.
b) Lasciarmi invadere da lui. Chiamarlo. Offrirmi. Riempirmi.

È molto utile vivere dei tempi forti durante i quali la mia presenza diventa percettibile alla tua anima.
La prima cosa, è di chiedermi più intensamente di spo­gliarti da tutto ciò che impedisce di ascoltare, intendere, raccogliere, assimilare, mettere in pratica la mia Parola. Infatti io sono in te Colui che ti parla. Ma tu non puoi capirmi se non mi ascolti. Puoi ascoltarmi soltanto se il tuo amore è davvero puro da ogni ripiegamento su te stesso e assume le caratteristiche di un amore oblativo in comunione col mio.
La seconda cosa, è di essere fedele nel consacrarmi in esclusiva alcuni tempi forti nell'intimo di te stesso, lad­dove io sono e vivo con una presenza sempre attuale, sempre operante e amorosa.
La terza, è di sorridermi di più. Lo sai, io amo colui che dona e si dona col sorriso. Sorridimi. Sorridi a tutti. Sorridi a tutto. Nel sorriso è presente, più di quanto tu non lo creda, la grazia espressiva del vero amore fatto del dono di sé, e più tu lo doni, più io in cambio mi dono a te.

Non devi vivere soltanto dinanzi al Signore, ma nel tuo Signore. Più agirai così, sforzandoti di non avere altri sentimenti che i miei, e più prenderai coscienza del me­raviglioso scambio che attraverso di me ti unisce alla Trinità intera, a tutti i santi e a tutti i membri del mio corpo mistico. Tu non sei mai solo. La tua vita è essen­zialmente comunitaria.

Pensa, prega, agisci in me. Io in te, tu in me. Lo sai, è questo il mio desiderio di intimità con te. Io sto di conti­nuo alla porta della tua anima e busso. Se ascolti la mia voce e mi spalanchi la porta, allora entro in casa tua e ceniamo insieme. Non preoccuparti del menù. Ogni vol­ta provvedo io al banchetto e la mia gioia sta nel vederlo assaporare in modo da essere sempre più idoneo a do­narmi ai tuoi fratelli. Pensa a loro pensando a me. Racco­glili nella tua preghiera, dandoti a me. Assumili lascian­doti assorbire in me.
Vivi con me come con l'Amico che mai si abbandona. Non mi lasciare con la volontà, non mi lasciare col cuore, cerca di lasciarmi il meno possibile anche con la tua mente.
Sii attento alla mia Presenza, al mio Sguardo, al mio Amore, alla mia Parola.
Alla mia Presenza. Sai bene che sono presente vicino a te, in te e negli altri. Ma altro è saperlo, altro è provarlo. Chiedimi spesso questa grazia. Essa non sarà rifiutata alla tua preghiera umile e perseverante. Essa è l'espressione più concreta di una fede viva e di una carità ardente.
Al mio Sguardo. Sai bene che i miei occhi non si di­stolgono da te. Se potessi vedere questo mio sguardo pieno di bontà, di tenerezza, di desiderio, attento alle tue scelte profonde, sempre benevolo, incoraggiante, pronto a sostenerti e ad aiutarti! Ma ecco: tu lo devi incontrare nella fede, desiderarlo nella speranza, predi­ligerlo nell'amore.
Al mio Amore. Sai bene che sono l'Amore, ma lo sono ancor di più di quanto tu lo sappia. Adora e abbi fiducia. Le sorprese che ti riservo sono molto più belle di quanto tu possa immaginare. Il tempo del dopo-morte sarà quello della vittoria del mio Amore su tutti i limiti umani, purché non siano stati deliberatamente voluti come osta­colo contro di esso. Sin da oggi, chiedimi la grazia di una percezione più acuta, più intuitiva di tutte le delicatezze del mio immenso Amore verso di te.
Alla mia Parola. Tu sai che io stesso sono in te colui che parla, colui del quale la Parola è Spirito e Vita. Ma a che serve parlare e manifestare le ricchezze del Padre, se l'orecchio del tuo cuore non è attento ad ascoltare, in modo da accoglierle e assimilarle? Tu conosci il mio modo di parlare, attraverso le idee che faccio sbocciare nel tuo spirito sotto l'influsso del mio. In partenza devi essere fedele al mio Spirito. All'arrivo, devi essere attento a raccoglierne la divina rugiada. Allora la tua vita sarà feconda.

Il tempo che passi a esporre la tua anima alle divine radiazioni della mia presenza ti vale di più dei lavori eseguiti feb­brilmente al di fuori di me. Io sono nell'Eucarestia ... adorami!

È dall'interno che io governo il mondo, grazie alle anime fedeli nell'ascoltarmi e nel rispondermi. Ce ne sono molte migliaia sparse nel mondo. Esse mi procura­no grande gioia, ma sono ancora troppo poco numerose. Il bisogno di cristificazione dell'umanità è immenso e gli operai poco numerosi.

Quanto sarebbe al tempo stesso più semplice e più feconda la tua vita, se tu mi lasciassi nel tuo spirito e nel tuo cuore tutto il posto che io desidero occupare! Tu brami la mia venuta, la mia crescita, la mia presa di pos­sesso, ma bisogna che tutto ciò non rimanga un desiderio astratto.
Anzitutto, renditi conto che non sei nulla e non puoi nulla da te stesso per aumentare di un solo grado l'intimi­tà della mia presenza in te. Me la devi chiedere umilmen­te.

Poi, secondo tutta la misura della grazia che ti è con­cessa, non perdere nessuna occasione per unirti esplici­tamente a me, per nasconderti in me. Penetra in me con fiducia e poi lasciami agire attraverso di te.

Non è per scherzo che ho affermato: « Voglio che si senta la mia Vita palpitare di te. Voglio che si senta il mio amore bruciare nel tuo cuore ». E stamattina aggiungo: « Voglio che la gente veda brillare nel tuo spirito la mia luce ». Ma ciò presuppone che il tuo io si eclissi quanto più è possibile.

Il mio sguardo su di te è verace, lucido, profondo. Non sfuggirlo, ricercalo. Ti aiuterà a scoprire quanto attacca­mento e quanta ricerca personale rimangono in te. Ti stimolerà a dimenticarti sempre di più per gli altri.

Bisognerebbe che tu non sapessi fare a meno di me in modo che io riesca a passare attraverso di te tanto quanto il mio cuore desidera. Ma la natura umana è fatta così che, se non è stimolata di continuo, rallenta il suo sforzo e disperde la sua attenzione. Questo spiega la necessità di una continua ripresa di contatto con me. Finché sei su questa terra, non c'è mai nulla di acquisito, bisogna con­tinuamente ricominciare. Ma ogni nuovo slancio è come una rinascita e un crescere nell'amore.

Desiderami. Non sono io Colui che risponde piena­mente alle aspirazioni che io stesso ho posto nel tuo cuore?
Desiderami. Verrò in te. Crescerò in te. Eserciterò il mio dominio su di te secondo il tuo desiderio. Desiderami. Perché volere altra cosa che non sia vivere in intimo scambio con me? Quanto sono futili e dispersi­vi tutti i desideri che non convergono in me!
Desiderami. Sì, in tutte le tue occupazioni, dall'alba al tramonto, nella preghiera e nel lavoro, nel cibo, nel ripo­so, fammi sentire ora fortemente, ora in modo sfumato, l'intensità del tuo desiderio.
Desiderami. Che il tuo petto mi aspiri, che il tuo cuore mi cerchi, che tutto il tuo essere mi brami.
Desiderami per te, poiché senza di me non puoi fare nulla di efficace e di utile sul piano dello spirito. Desiderami per gli altri, poiché mi comunicherai con le tue parole, i tuoi esempi, i tuoi scritti solo nella misura in cui sarò io ad agire attraverso di te.

Vivi in me: tu vivrai per me, agirai effettivamente per me, e i tuoi ultimi anni serviranno efficacemente alla mia Chiesa.

Abita in me come nella tua dimora preferita. Ricòrdati: Colui che dimora in me... porta molto frutto.
Abita la mia preghiera. Penetra nel flusso incessante dei desideri, delle lodi, dell'azione di grazie che emana dal mio Cuore.
Abita la mia volontà. Unisciti alla mia volontà su di te e a tutti i miei disegni d'amore.
Abita le mie piaghe. Esse sono sempre vive fino a quando il mondo non sarà interamente riconciliato in me. Attingi in esse la forza del sacrificio e delle scelte dolorose in nome dei tuoi fratelli. Le tue decisioni posso­no essere decisive per molte anime.
Abita il mio cuore. Lasciati infiammare dal suo calore di carità. Ah, se davvero tu potessi diventare incande­scente!

IL VALORE DEL SILENZIO


Introduzione
L'anima che cerca Dio è chiamata a fare il salto vero di uscire fuori da se stessa, solo così si ritroverà.
L'esitazione è una grande nemica, perché spesso non è frutto di prudenza ma di poco amore e di poca fiducia.
Dio ci attende con slancio generoso; Egli ha dato tutto e chiede tutto, quel tutto che noi possiamo.
Se ti tenta l'abisso, domanda al Signore di circondarti di solitudine, di immergerti nel silenzio da Lui abitato, colmato, dove Egli si manifesta. Da parte tua, cerca di vivere così.
Per quanto possibile, nella puntuale obbedienza e nella carità perfetta, cercherai di evitare quattro cose, che sono il maggior ostacolo al silenzio interiore e che impediscono l'abituale contemplazione: il mormorare interiore; le critiche interne; le ossessioni/fantasmi; la preoccupazione di te sé.
Superati questi ostacoli, la Cristificazione è più radicale.
1 - Soffocare il mormorio interiore
L'anima creata e ricreata con il Battesimo è stata avvolta da un silenzio che è pudore e creazione.
Il Silenzio è musica, è danza estetica in cui Dio colma l'anima vergine della Sua presenza.
Man mano il mondo vi irrompe con il suo "rumore" e con il suo mormorio cercando di soffocare la voce di Dio. Ecco perché urge un ritorno al Silenzio Battesimale.
La disciplina del Silenzio compie, congiuntamente alla Grazia, quello che i sedimenti del tempo hanno accumulato sulla nostra anima confusa, disturbata dal rumore esterno ed interno.
Porre le condizioni esterne del Silenzio sono le prime condizioni per un silenzio interno che spegne la fuga da sé e fa ritornare alla consapevolezza battesimale con un cuore da adulti e da bambini allo stesso tempo. Ecco perché Gesù ci dice "se non ritornerete come bambini.." non parla di ritornare infantili, ma bambini.
a. Il Mormorio dei ricordi.
Il peccato originale ci ha ferito al punto tale da cristallizzarci sul ricordo del male. Non solo ciò è controproducente ai fini di una crescita ma ci fa perdere una quantità smisurata di tempo ed energia.
Il male è un "nulla": perché ricordarsene? Occorre pensare solo alla grazia che ci ha salvato, alla Sua eterna giovinezza e fioritura. Dio ha distrutto tutto: Lui non fa collezione di "nulla"!
Serbare per Lui un cuore finalmente contrito, pacifico e tenero: questa è la compunzione.
Altro aspetto significativo è la dipendenza dai ricordi. Siamo ancorati come amebe ai ricordi, mentre essi vanno totalmente ridimensionati in Dio. Quel tale ci ha fatto così... mio padre era inesistente.. mia madre mi ha abbandonato.. quel compagno/a mi ha tradito... quei compagni di scuola mi hanno preso in giro... lo stato mi ha tolto tutto...
I ricordi pian piano diventano idolatria, un culto costante delle nostre paure e ansie.. però così facendo dimentichiamo che tutto può essere cambiato dalla Grazia e che, solo se noi viviamo nella Grazia, possiamo cambiare il passato in un futuro fecondo. C'è una forma sottile di lussuria nel coltivare i ricordi, una sensualità disordinata che ci impedisce di aderire al reale e ci incatena per il futuro.
Fa silenzio, Taci, dobbiamo dire a questi ricordi, taci nel nome di Cristo. Come Egli, il maestro diceva a satana. Questo è lavoro e fatica, ma è prima ancora scelta, scelta di essere liberi e di fissarci solo in Dio. Come S. Paolo, non guardare a quanto ti sta dietro, ma a ciò che hai davanti: Gesù Cristo.
Fuggi - nei limiti del possibile - i contatti vivi con quanto ti fa presente ciò che hai lasciato: visite, conversazioni, lettere che ti ravvivano l'immagine di un mondo che si fa tanta fatica a dimenticare! Per quanto l'obbedienza e la carità vere lo permettono riduci i rapporti orali ed epistolari con l'esterno. La memoria è un accumulatore terribile; conserva tesori per future distrazioni. Quanto più il tuo spirito sarà libero da immagini mondane, tanto più risplenderà in te la luce del volto di Dio.
Consegnare nella tenerezza ogni relazione terrena nel cuore di Dio, anche quella significativa, è l'unico modo di amare con passione e rispetto. Amare tutti e ciascuno in Lui. E' un amore infinitamente più profondo e più efficace. Augura ai tuoi amici l'amore di Dio: è l'unico vero bene. Glielo otterrà la fedeltà alla tua sequela di Cristo; il compromesso invece impedirà a Dio di donarsi a coloro che ami. Gesù per salvarci ha abbandonato sua madre. Di fatto, separandosene se l'è unita più strettamente. Si stava bene presso il focolare di Nazaret, e l'andarsene ha spezzato i cuori e fatto scorrere le lacrime. La morte del cuore di Cristo che lascia la propria famiglia per servire il Regno è il continuum scelto e necessario che il Verbo del Padre ha cominciato con l'incarnazione (Fil. 2).. non c'è incarnazione senza depurazione, non c'è depurazione senza silenzio, non c'è peso esatto dei ricordi senza amore.