giovedì 21 giugno 2007

LA VOCE DEL SILENZIO di Mario Russotto (vescovo)

Nel silenzio, l’ascolto

Custodia e memoria del Verbo abbreviato, la Bibbia sollecita la capacità interpretante del lettore credente soprattutto attraverso l’esercizio sapienziale e attento del quotidiano ascolto: « Ascolta Israele … tu amerai …» (Dt 6,4-5). Questa dichiarazione è la sintesi di tutta la religione biblica, che si caratterizza come “religione dell’ascolto”. Per la Bibbia, la fede nasce dall’ascolto. Ascoltare è l’atteggiamento attivo della persona e del popolo dinnanzi a Dio che parla e, nella Parola, si rivela e si comunica. Ascoltare è aprire il cuore e la mente per accogliere il dono e il mistero dell’Alto. L’ascolto richiede fiducia in Colui che parla e attende una risposta. L’ascolto esige un’apertura totale dell’uomo a Dio e una profonda disposizione di amore: «O Signore, io ti amo. Non ho dubbio, sono certo che ti amo. Tu hai percosso il mio cuore con la tua parola e ti ho amato» (S.Agostino) Non esiste ascolto senza amore! Amare Dio e ascoltare la sua voce sono due aspetti dello stesso comandamento fondamentale: «Ascolta … Amerai …».
L’atto fondativi dell’ascolto è il silenzio. Abbiamo bisogno di saper ascoltare. E ascoltare vuol dire innanzitutto tacere. Abbiamo bisogno tutti di silenzio. Di silenzio interiore. Questo primo sforzo di riservare dentro di noi una cella di silenzio, di ascoltazione riflessiva, restituisce al nostro pensiero la libertà di giudicare, di parlare dentro noi stessi con la nostra coscienza, avvertire un vuoto interiore che il frastuono esteriore non riempie e non sazia. Per essere quello che dobbiamo essere, persone vere. E’ la preghiera allora che quasi da se si riaccende nell’intimità di questo monologo del cuore sincero: il bisogno di Dio si pronuncia, umile e forte. E non resta senza immeritata ed insperata risposta. Dio parla nel silenzio interiore e solo nel silenzio può nascere l’ascolto! L’ascolto senza silenzio è semplicemente “ audizione” di parole e di suoni. Ma il silenzio senza ascolto può essere mutismo e solitudine. Il silenzio è l’eccesso, l’ebbrezza, il sacrificio della parola. E il mutismo è insano, come se si mutilasse qualcosa senza sacrificarlo… Zaccaria era muto, anziché silenzioso. Se avesse accettato la rivelazione, forse all’uscita dal tempio non sarebbe stato muto, ma silenzioso.
Condizione indispensabile per conoscere l’altro e stabilire una relazione feconda con lui è l’amore fondato sull’ascolto, che nasce dal silenzio. E’ nel silenzio del deserto che il Signore, come un Sposo , parla “sul” cuore della sposa – Israele: « Perciò ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16). Per questo la rottura dell’Alleanza, il vero dramma di Israele, è il non –ascolto della Parola: Ecco, verranno giorni – dice il Signore – in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d’ascoltare la parola del Signore (Am 8,11).