martedì 23 ottobre 2007

LUDOVICO EINAUDI, in concerto a Napoli



Ho provato anche io a definire la musica di Ludovico Einaudi ma già definire un linguaggio spirituale come la musica è assurdo, in quanto essa è un linguaggio mistico forse è il limite tra il silenzio ed il suono, tra le parole e la poesia. Inoltre parlare di un virtuoso che usa come strumento il pianoforte, unica cosa che amo più del silenzio quando sono in adorazione ed in contemplazione, è come mettere la mia anima a nudo e questa è una prerogativa solo del mio Re Jeshua!
Ma quando mi accosto ad un musicista come Einaudi, non posso che fare i conti con un maestro che compone con estro e creatività non per solleticare le orecchie del mondo ma per esprimere quello che per “ispirazione” gli viene dal cuore. Einaudi ti mette in imbarazzo quando suona, ti sembra di entrare in una stanza segreta dove egli bisbiglia i suoi segreti a Qualcuno. Le sue note sono senza fretta, ariose, spaziate da lunghi silenzi, pause che danno respiro allo Spirito per poi riprendere in deliziosi e leggeri ritornelli che deliziano l’anima e la fanno librare leggera. A volte sembra perso nella ricerca, a volte sembra che ciò che cerca gli sia vicino a volte lo sento "posseduto" a tal punto che stento a credere che non stia adorando Dio. Io non sono all’altezza di giudicare la sua arte ma sono convinto nel dire che Einaudi è un’adoratore, forse nessuno glielo ha detto o lo sa già e non gli interessa sapere che gli altri lo comprendano. Sono certo che Dio lo abbia scelto per portare folle di persone di “questo mondo” a quella ricerca interiore quel bisogno di qualcosa in più che non viene dalla musica “normale” ma dalle vibrazioni dello Spirito che la sua musica riesce a farti sperimentare. I suoi “fan” sono eterogenei, adolescenti, giovani, adulti ed anziani una fascia d’età quindi dai 16 ai 75 anni …e la sola musica compie il primo prodigio, unificare diverse esperienze in un unico bisogno d’armonia, di pace, di dolcezza.
Sono stato ad un suo concerto ed ho avuto la sensazione che noi eravamo lì per lui (2000 persone) ma lui era lì perchè c’era il suo strumento di adorazione il pianoforte … è venuto, ed ha adorato. La sua musica ci ha accostati all’Eterno commuovendoci fino a farci stare male, fino alle lacrime. Abbiamo gioito di qualcuno che riesce con il pianoforte a dire quello che ha nel cuore e riuscire a far sperimentare ad ognuno dei presenti diverse sensazioni e diversi stati d’anima. Ognuno ha fatto la sua esperienza personalissima ma lui ha suonato quasi senza accorgersi di noi, schivo, umile, discreto e timido ci ha salutati lasciandoci soli nel frastuono del mondo che per due ore è sembrato più spirituale, più leggero, più romantico magari migliore e più disposto ad amare. Grazie Einaudi abbiamo adorato Dio con te ed è stato bellissimo!

Giosuè

dicono di lui:

Poche parole. Ci vorrebbero poche parole per descrivere la musica di Ludovico Einaudi. Ma soprattutto ce ne vorrebbero di diverse, leggere, ognuna con un senso e un luogo proprio, al di fuori di quel quotidiano che le costringe.Solo una tale essenzialità potrebbe avvicinarsi ad una forma apparentemente muta come quella strumentale, e soprattutto a composizioni centrate su quella vita che nella sua vastità ci comprende e ci sfugge giorno dopo giorno. E un uomo. Con la sua anima. Come se fosse poco. La musica di Ludovico Einaudi è un concetto mistico che passa per le mani di un uomo, per gli spazi silenziosi che vivono tra le note di un pianoforte ed i suoi pensieri intimi e personali,è quasi materna nella sua silenziosa dedizione alla vita.
Titoli come “In un’altra vita”, “Stella del mattino”, “I giorni”, “La nascita delle cose segrete”, “Quel che resta” e “Inizio” “divenire” affermano un’attenzione dello spirito che è palpabile all’ascolto, come una carezza, come una preghiera, la sua preghiera. La mano destra e la sinistra si abbracciano in assoluta armonia, non sciupano nulla, non si inseguono e non si possiedono sulla tastiera.La musica di Einaudi ha pochi colori e molte sfumature. È fatta di sottili cicli che portano alla riflessione, alla pausa.L’unico movimento è quello lento dell’anima. Il silenzio la sola richiesta che viene fatta. Non una pretesa, ma una condizione necessaria alla vita. E alla fine ci si accorge che è anche l’unico modo per tornare a vivere la quotidianità dei nostri giorni.
Articolo di: Christian Verzeletti

Il "Divenire" di Ludovico Einaudi
“ Divenire tour”- Il fluire del tempo, inesorabile ed incessante nel suo procedere, sembra essere il comune denominatore dei brani dell’album, caratterizzati da un minimalismo che da sempre rappresenta il pianismo di Einaudi, costruito su brevi frasi che si ripetono incessantemente quasi a sottolinearne la linea melodica, in un ciclico susseguirsi senza fine, capaci di trasportare l’ascoltatore in una dimensione spazio-temporale difficilmente definibile. Nello stile di Einaudi, infatti, ben si percepisce lo scopo che si vuole ottenere: ricavare uno spazio meditativo nel quale l’ascoltatore venga posto al centro, e la musica sia solo il mezzo per poter intraprendere un viaggio spirituale all’interno del proprio sé.
L’atmosfera DELLA SUA MUSICA ASSUME una dimensione difficilmente definibile, senza spazio né tempo, mentre il suono delle corde del pianoforte sembra giungere direttamente alla nostra anima.Iil pianismo di Ludovico Einaudi, lento e sinuoso, costruito su lunghe pause dove viene evidenziato il “valore delle note”, così come egli stesso ama definirlo, diventa l’essenza più pura di un vero e proprio viaggio spirituale.
La musica di Einaudi è questo : poesia in musica. E’ respiro, soffio vitale .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non esistono parole che riescano ad esprime il colore della MUSICA di Einaudi. Il concerto è durato due ore ma a me è sembrato troppo breve quel tempo. Mi sarei persa volentieri ancor di più nella melodia dolce di quei semplici tasti d'avorio che con il tocco morbido delle mani di un uomo mi hanno portata a toccare il paradiso con il mio cuore.
Grazie Giosuè perchè hai un cuore grande e tu sai perchè.
Giuditta

Joshua ha detto...

Giuditta è veramente grande il tuo cuore ed il tuo desiderio di Dio è il tuo emblema. E' vero e ho piacere che Einaudi abbia toccato le regioni nascoste, le stanze intime della tua anima. Sono convinto che hai adorato e sono convinto che Dio ha gradito!
Sii benedetta valorosa combattente del Re dei Re!