martedì 22 aprile 2008

DAL PROFONDO A TE GRIDO , O SIGNORE


di David Wilkerson13 Settembre 1999


Proprio nelle profondità la preghiera di Davide divenne più intensa!
Nella disperazione Davide gridò energicamente: "O Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche" (Salmi 130:2). Questo verso mi suona come l'ultimo appello di un uomo moribondo. Davide ovviamente non stava pregando con preghiere "pre-confezionate". Egli si trovava a faccia a terra – rotto, contrito, supplicando Dio dal profondo del suo cuore: " O, Santo Dio – ascolta il mio grido! Non potrò durare ancora per molto. Il mio peccato è sempre di fronte a me, io sto inabissandomi con timore e tremore. Ti prego Dio abbi pietà di me!"Davide sapeva che la sua anima aveva bisogno di liberazione. Quindi si volse solo a Dio per trovarla. Egli conclude: "Mi trovo in una terribile situazione, solo il Signore mi può ora aiutare. Io non posso fare affidamento su di un consigliere, un amico, neppure sulla famiglia. La mia unica speranza è nella preghiera. Così io griderò giorno e notte fin quando Dio non udirà la mia supplica!"

Sei disperato quanto lo era Davide? Vi siete chiusi insieme al Signore, cadendo sulla vostra faccia gridando verso di Lui? Fievoli, silenziose, oziose preghiere non portano da nessuna parte. Se non state rimettendo i vostri pesi su Dio, voi non volete veramente essere sanati – volete stare nella vostra condizione!
Davide testimonia: "... ruggisco per il fremito del mio cuore ... e i miei sospiri non ti sono nascosti" (Salmi 38:8-9). Devi piangere forte, come ha fatto Davide: "Signore ascolta la mia supplica! Non ti lascerò fino a quando non mi rispondi!"
Lasciatemi illustrare il tipo di disperazione che aveva Davide. Supponete di essere un giorno sulla via di casa. Come girate l'angolo della vostra via, vedete i camion dei pompieri fermi davanti casa vostra. Volute di fumo nero si alzano dalle finestre, l'intera casa sta andando in fiamme. Sapete anche che la vostra compagna ed i vostri figli sono intrappolati dentro.
Ditemi, quanto riuscireste a stare calmi e tranquilli in tale momento? Quanto riuscireste a stare senza fare nulla, sperando che il fuoco si spenga da solo? Stareste seduti tranquillamente a pregare: "Gesù, io spero che tu faccia cessare le fiamme"? No! Se avete un briciolo di amore nel vostro cuore, correrete attraverso il fumo dentro casa per cercare di fare qualcosa!
Quindi, correte a Lui e pregate diligentemente. Questo è il modo per il quale ogni guarigione ha inizio – chiamando urgentemente il Suo nome!


Davide comprese che non poteva restarea lungo nelle profondità della disperazione,altrimenti ne sarebbe stato distrutto.
Davide sapeva di avere bisogno di una parola salvifica, oppure ogni speranza sarebbe stata compromessa. Così gridò: "Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore?" (Salmi 130:3).
Se traducessi le parole di Davide in un linguaggio moderno e corrente, esse potrebbero suonare in questo modo: "Oh Signore – ti ho visto come se fossi il più grande investigatore privato del cielo – seguendo le mie orme ogni momento del giorno, notando ogni mio fallimento, intercettando il mio telefono, ascoltando ogni mio pensiero, video-registrando ogni mio passo, costruendo un caso giudiziario contro di me ogni giorno. E tu hai raccolto sufficienti prove per sbattermi fuori per sempre."
"Signore, con tutte le testimonianze che hai raccolto, quale possibilità mi rimane? Come potrei stare di fronte a Te, quando le mie stesse malvage parole ed i miei fatti segreti testimoniano contro di me? Cos'altro potrei fare se non attendere il giudizio e la condanna?"
"Ogni mattino mi risveglio avendo paura della Tua terribile ira contro i miei peccati. Chi può stare di fronte ad un Dio santo che punisce le iniquità? Neanche l'anima più santa, umile, fedele, può sfuggire al Tuo giudizio. E se essa non può essere all'altezza della Tua legge, quale opportunità posso avere? Io ho peccato più perfidamente di chiunque altro!"
"Io so che il mio peccato ti fa dispiacere, Signore. So pure che non permetterai che esso possa continuare. Ma se io non vedo almeno un segno della Tua grazia al più presto, sono un uomo finito. La mia anima è in rovina, senza speranza. Non posso andare avanti!"
Molti cristiani combattono allo stesso modo di Davide. Quando il santo, legittimo timore di Dio è instillato nelle loro anime, la Sua tremenda maestà costantemente li lavora. Torrenti della Sua fiammeggiante legge scorrono direttamente verso i loro cuori, ed essi cominciano a perdere il vigore agonizzando. Come Davide gridano: "Signore, chi può starti a fronte? Chi può durare davanti la Tua santità?"
Tragicamente moltitudini di omosessuali, lesbiche, alcolisti e drogati si sono suicidati perché sono caduti nelle più tetre tenebre dei luoghi profondi. Non riescono ad uscire fuori dalla sensazione che stanno continuamente fallendo verso Dio. E continuamente si dicono: "Io potrei avere la forza per oltrepassare questo problema, ma non ci riesco. Come potrò diventare libero?"
Giona si fece proprio la stessa domanda. Egli era letteralmente al fondo, nel più profondo dell'oceano, incapace di sfuggire al suo dilemma. Anch'egli gridò "Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra...Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto..." (Giona 2:4-6)
Secondo Giona, chi lo ha gettato in queste profondità di tenebre? Il Signore! Effettivamente, fu Dio che spinse il profeta fino al fondo e preparò la balena per inghiottirlo. Quando Giona chiama i suoi problemi: "i tuoi flutti e le tue onde", si stava riferendo al Signore.
Ma Dio non si arrabbia con Giona, enumerandogli i suoi peccati. Quindi, perché permise che gli accadesse tutto ciò? Perché lo ha mandato in luoghi profondi? Egli volle fermare il Suo servitore dal fuggire dalla Sua volontà! Egli voleva che Giona seguisse il Suo piano, così sarebbe stato benedetto. In poche parole Dio mandò Giona nei luoghi profondi per ristabilirlo!
In Giona 2:3 vediamo esattamente cosa Dio fece dopo: "...Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce." Il Signore stava attendendo che Giona tornasse a Lui – che gridasse a Lui solo! "Io dicevo: "Sono cacciato lontano dal tuo sguardo! Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?" (verso 5). "Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del SIGNORE ..." (verso 8).
Oggi, il Signore fa la stessa cosa con noi: ci libera, permettendo che noi andiamo a finire in luoghi profondi. Ci lascia affogare nella disperazione del nostro peccato, fino a renderci conto che non abbiamo altra fonte cui andare se non Lui solo. Finalmente, quando siamo fuori dalle viscere dell'inferno gridiamo: "Oh Signore, ti prego ascoltami! Ho toccato il fondo, senza avere alcuna speranza in vista. Solo Tu puoi liberarmi!"
Può darsi che abbiate toccato il fondo del vostro peccato. Non vedete come ottenere la vittoria sopra quel vizio o amarezza che vi circonda. Oltretutto il Signore vi ha permesso di arrivare fino al punto più basso dei luoghi profondi. Certamente tutto questo ha una ragione. Lui spera che come Giona, voi "guarderete di nuovo a Lui".
State certi che, quando Giona gridò al Signore, Dio venne a lui rapidamente: "E il SIGNORE diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma." (verso 11). Dio disse alla balena: "Basta così – ora, sputalo fuori. Il Mio servitore ha gridato a me ed io sto per rispondergli!"
Il tuo Padre celeste non vuole che tu rimanga sul fondo, indebolendoti sotto un grave peso di colpa e condanna. Egli desidera che tu impari una lezione in quel luogo – e poni la tua fiducia in Lui!

Troppi cristiani se ne stanno giù in luoghiprofondi, in totale scoraggiamento.
Per molti cristiani, andare verso il fondo significa la fine completa. Essi diventano così sommersi dai loro fallimenti che sviluppano un senso d'indegnità. In ogni momento si sentono imprigionati al di là di ogni possibilità di recupero. Isaia scrive a questo tipo di credenti: "O afflitta, sbattuta dalla tempesta, sconsolata ..." (Isaia 54:11).
Alla fine qualcuno si arrabbia con il Signore. Diventano stanchi di attendere che Lui agisca. Per cui gridano accusandolo: "Signore dov'eri quando io avevo bisogno di Te? Ho gridato per essere liberato ma non mi hai mai risposto. Ho fatto tutto quello che potevo fare, ma non sono ancora libero. Sono stufo di pentirmi e pregare, senza vedere alcun cambiamento!" Molti di questi credenti smettono di provare e si lasciano andare al loro vizio.
Altri cadono in una nebbia di apatia spirituale. Sono persuasi che Dio non si prende più cura di loro. Dicono a se stessi: "...La mia via è occulta al SIGNORE e al mio diritto non bada il mio Dio?" (Isaia 40:27). "Il SIGNORE mi ha abbandonata, il Signore mi ha dimenticata" (49:14).
Ma ancora altri finiscono per focalizzare la loro attenzione sul loro peccato, cercando di tenersi in uno stato costante di colpevolezza. Questo causa loro solo confusione; supplicano: "Le nostre trasgressioni e i nostri peccati sono su di noi, e a motivo di essi noi languiamo: come potremmo vivere?" (Ezechiele 33.10). il fatto è che rimanere nel sentimento di colpevolezza non serve a nulla di per sé. Quando siamo mortificati dalla colpa e dal pentimento dai nostri peccati, si suppone che non rimaniamo in questo stato. È chiaro che bisogna avere l'intenzione di arrivare alla fine di noi stessi - fino alla vittoria della croce!
Davide si riscosse dai luoghi profondi,ricordando la natura per donatrice di Dio!
Dopo tutto quel piangere e gridare al Signore, Davide finì per testimoniare: "Ma presso di te è il perdono, perché tu sia temuto." (Salmi 130:4). Lo Spirito Santo comincia ad inondare la sua anima con il ricordo della misericordia di Dio. In un momento Davide richiama alla mente tutto quanto a proposito della clemente, perdonatrice natura del Padre: " ... Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di gran bontà ..." (Neemia 9:17).
E presto Davide gioiva ancora, ricordando a se stesso: "Poiché tu, o Signore, sei buono, pronto a perdonare, e misericordioso verso quanti t'invocano" (Salmi 86:5). "Egli perdona tutte le tue colpe ..." (103:3). Vediamo una delle fondamentali promesse del Nuovo Patto. Geremia dichiara: "...Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato" (Geremia 31:34). E Paolo aggiunge nel nuovo testamento: "...perdonandoci tutti i nostri peccati" (Colossesi 2:13). Dio ci ha promesso il Suo perdono, per ogni peccato!
Comunque tale promessa di perdono è limitata a certe persone. Si applica solo a coloro che sono stati schiacciati ed indeboliti dai loro peccati ... che sono stati nelle profondità della colpa ... che hanno perdurato nella ricerca che partiva dall'anima per lo Spirito Santo ... che si sono pentiti e sono tornati a Cristo con fede!
Gesù stesso ebbe a dire che non tutti coloro che gridano: "Signore, Signore," entreranno nel Regno di Dio. Tristemente molti cristiani non sono per niente preoccupati dei loro peccati. Le loro cattive abitudini li infastidiscono il meno possibile. Sono convinti da se stessi che Dio è talmente misericordioso e pieno di benevolenza che può perdonarli, anche se ostinatamente continuano a stare nel peccato.
No – assolutamente! Si sono appropriati di una falsa tranquillità! Hanno soffocato la condanna dello Spirito Santo, con il loro modo d'agire. Sono andati alla ricerca del perdono prima ancora che la loro colpa potesse mutarsi in un sincero pentimento!
Nondimeno, allo stesso tempo, il perdono di Dio può essere ottenuto solo tramite la fede. Non possiamo discuterne oltre. Cristo ci ha donato l'espiazione con il Suo sangue in modo così profondo, così pietoso, così misterioso, che è al di là di ogni capacità umana comprenderlo. Possiamo vedere chiaramente la legge applicata al nostro peccato. Possiamo provare condanna, paura e colpevolezza per le nostre trasgressioni. Ma il nostro Padre Celeste è sempre vicino a noi in ogni tempo, pronto a perdonarci. Il sangue di Cristo, l'amore del Padre, il desiderio di perdonare – tutte queste benedizioni possono essere conosciute solo tramite la fede: " ... perché il giusto vivrà per fede." (Galati 3:11).
Potreste essere curiosi di sapere quante volte il Signore può perdonarvi, per esservi indugiati sempre nello stesso peccato? State pur sicuri che il Suo incredibile perdono è illimitato. Ogni volta che peccate, potete andare a Gesù e trovare liberazione. Nondimeno il perdono del Signore non è certo insensato o cieco. Per essere chiari, il nostro Padre Celeste ci perdona – ma ad un certo punto, egli ci punisce per evitare che continuiamo nel nostro peccato.
Quando i miei quattro figli stavano crescendo, ebbi a punirli per delle cose sbagliate che facevano. Li chiamavo nella mia stanza per sculacciarli – e quando loro vedevano la cintura nelle mie mani, scoppiavano in lacrime. E supplicavano: "No, papà! Mi dispiace. Per piacere perdonami!"
Li perdonavo. Ma questo non mi fermava dall'usare la cinta. Sapevo che se non l'avessi usata, essa sarebbe diventata senza significato per loro – una burla, invece che una fonte di disciplina. Nello stesso modo la legge di Dio è sempre lì per ricordarci i Suoi santi principi. È un segnale della Sua santità verso di noi, per ricordarci le Sue vie, ed il Suo volere è quello che dice!
Permettete che vi lasci con una parola di speranza. Se sei in luoghi profondi proprio ora a causa del tuo peccato – se stai piangendo a causa della verga del Signore che si è abbattuta sul tuo fondoschiena – sii incoraggiato. Lui ti sta castigando a causa del Suo tenero amore per te. Egli ti sta umiliando perché vuole che tu conosca il Suo timore!
Che cosa esattamente significa il timore del Signore? Significa essere capaci di dire: "So che mio Padre mi ama. Io sono al sicuro per sempre con Lui, e so che non mi abbandonerà mai. Egli sente il mio dolore ogni volta che sono in una prova. Egli è paziente con me mentre combatto contro il peccato. È sempre pronto a perdonarmi ogni volta che mi rivolgo a Lui. Ma so pure che Egli non mi permetterà di continuare a disubbidire alla Sua parola. Il mio Padre Celeste non vuole trascurarmi – perché egli mi ama profondamente!"
Questo è il punto focale di tutto. Dio vuole che noi accettiamo il Suo perdono, in modo che abbiamo il Suo timore. "Ma presso di te è il perdono, perché tu sia temuto" (Salmi 130:4). Una volta che abbiamo il timore del Signore, vorremo ancora di più che solamente obbedirgli. Vorremo compiacerlo, fargli venire un sorriso sul volto. Questo è il benedetto risultato del santo timore di Dio!

Nessun commento: