lunedì 17 marzo 2008

PIAGATO PER LE NOSTRE INIQUITA’

di Pd Enzo Redolfi

Gesù Cristo ora vive in paradiso e radiosa è la sua Umanità. Ma durante la Passione essa era simile a quella di un lebbroso, tanto era percossa ed umiliata. L'Uomo-Dio che aveva in Sé la perfezione della bellezza fisica, perché Figlio di Dio e della Donna senza macchia, apparve allora un verme, l'obbrobrio degli uomini, il rifiuto della gente, come dice la Scrittura (Salmo 21, 7).
L'amore per il Padre e per le sue creature portò Gesù ad abbandonare il suo corpo a chi lo percuoteva, a chi lo schiaffeggiava e sputacchiava, a chi credeva fare opera meritoria strappandogli i capelli e la barba, trapassandogli la testa con le spine, slogandogli le membra, scoprendo le sue ossa, strappandogli le vesti e dando così alla sua purezza la più grande delle torture, configgendolo ad un legno e innalzandolo come agnello sgozzato sul palo della croce, in una tremenda agonia.
Accusato, condannato, ucciso, tradito, rinnegato, venduto. Abbandonato anche da Dio, perché su Lui erano i delitti di cui si era addossato. Reso più povero del viandante derubato dai briganti, perché non gli fu lasciata neppur la veste per coprire la sua nudità di Martire. Non risparmiato neppur oltre la morte dallo sfregio della ferita al cuore e dalle calunnie dei nemici. Sommerso sotto il fango di tutti i nostri peccati, precipitato sino in fondo al buio del dolore, senza più luce dal cielo che rispondesse al suo sguardo morente, né voce divina che rispondesse al suo estremo invocare. Isaia spiega la ragione di tanto dolore: "Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori" (Libro del profeta lsaia 53,4).
I nostri dolori. Sì, Gesù li ha portati per noi! Per sollevarci dal peccato e dalle sue conseguenze. Sul Cristo era la lebbra dei nostri numerosi peccati, come una veste di penitenza, come un peso che curva e uccide: "Trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità... il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti" (Libro del profeta lsaia 53.5-6).
Sarebbe bastato un volgere di occhi per incenerire accusatori, giudici e carnefici. Ma Gesù era venuto volontariamente per compiere il sacrificio e, come Agnello - poiché Egli è l'Agnello di Dio e lo è in eterno - si è lasciato condurre, per essere spogliato e ucciso e per fare della sua Morte la nostra Vita: "Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca" (Libro del profeta lsaia 53,7).
II nostro Salvatore non è bianco nella veste e biondo nel capo, come dovrebbe essere. Non ha lo sguardo di zaffiro e il sorriso di un amico, come dovrebbe avere un Maestro buono. II suo vestito è rosso di sangue, è lacero, coperto di immondezze e di sputi (Libro del profeta lsaia 63,1-6; Libro dell'Apocalisse 19,11-16). Il suo volto è tumefatto e stravolto, il suo sguardo velato dal sangue, dal sudore e dal pianto, e ci guarda attraverso occhi di dolore. Le sue mani sono inchiodate e non possono più benedire per salvare.
Gesù si lascia condannare e appendere, si lascia insultare e uccidere dai molti che non lo vogliono amare. Ma, ai pochi fedeli che lo onorano e lo seguono, Egli promette il beato paradiso e la vita eterna.
"Nessuno ha un amore più grande di questo dare la vita per i propri amici

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