martedì 6 maggio 2008

Quale peccato contro lo Spirito Santo sia irremissibile

di S.Agostino, Epist. 185, 11, 49 s.

Cerchino dunque di comprendere che Cristo non intese dire che non sarà perdonato alcun peccato contro lo Spirito Santo, ma solo un certo peccato speciale. Cosí anche quando disse: "Se non fossi venuto, non avrebbero colpa" (Gv 15,22), non voleva intendere qualsiasi colpa, dal momento che i Giudei erano macchiati di molti e gravi peccati, ma voleva alludere a un certo peccato particolare che se non lo avessero commesso si sarebbero potuti rimetter loro tutti gli altri peccati commessi; alludeva cioè al peccato consistente nel rifiutare di credere in Lui, venuto nel mondo, peccato che non avrebbero commesso, s`Egli non fosse venuto tra loro. Cosí pure quando disse: "Chi peccherà contro lo Spirito Santo" (Mt 12,32), o: "Chi bestemmierà contro lo Spirito Santo" (Gv 20,22-23), non voleva intendere qualsiasi peccato commesso contro lo Spirito Santo con azioni o parole, ma un peccato ben determinato, quello cioè che consiste nell`ostinazione del cuore fino alla fine della vita, per cui uno rifiuta di ricevere il perdono dei peccati nell`unità del Corpo di Cristo (cf. Gv 6,64), vivificato dallo Spirito Santo. Infatti, subito dopo aver detto ai discepoli: "Ricevete lo Spirito Santo", soggiunse: "A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; saranno ritenuti a chi voi li riterrete". Chi dunque respingerà questo dono della grazia di Dio e vi si opporrà, e in qualsiasi modo si mostrerà ad esso maldisposto fino alla fine di questa vita terrena, non gli sarà perdonato né in questa vita né in quella futura poiché è un peccato naturalmente sí grave, che impedisce la remissione di tutti gli altri. Che però uno l`abbia commesso, non si potrà avere alcuna prova, se non dopo la morte. Finché uno vive quaggiú, la "pazienza di Dio" - come dice l`Apostolo - "cerca solo di spingerlo al pentimento" (Rm 2,4); ma s`egli, rimanendo ostinatamente ribelle a Dio "nella misura dell`ostinazione del suo cuore, del suo cuore impenitente" - come soggiunge subito l`Apostolo - "accumula sul proprio capo la collera di Dio per il giorno dell`ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio" (Rm 2,5), allora non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura.
Non si deve comunque disperare di coloro con cui trattiamo o di cui ora parliamo, poiché sono ancora in vita. Essi però non cerchino lo Spirito Santo fuori dell`unità del Corpo di Cristo di cui posseggono bensí il sacramento esternamente, ma non hanno in cuore la realtà di cui quello è segno e perciò mangiano e bevono la loro condanna (cf. 1Cor 11,29). Un unico pane è infatti il segno sacramentale dell`unità; "poiché" - dice l`Apostolo - "c`è un solo pane, noi, sebbene molti, siamo un solo Corpo" (1Cor 10,17). Fuori di questo Corpo nessuno è vivificato dallo Spirito Santo "poiché", sempre al dire dell`Apostolo: "la carità di Dio è diffusa nei nostri cuori per opera dello Spirito Santo, che ci è stato elargito" (Rm 5,5). Ora, non può esser partecipe della divina carità chi è nemico dell`unità. Di conseguenza, quelli che son fuori della Chiesa, non hanno lo Spirito Santo, poiché di essi sta scritto: "Quelli che si separano sono animaleschi, privi dello Spirito" (Gd 19).




1 commento:

ancillascintilla ha detto...

....ti ringrazio per il tuo verace contributo a onore e gloria del Padre Nostro ....buon proseguimento a te fedele discepolo di Cristo Re Risorto e Vivente da sempre...."prima che ADAMO fosse IO-SONO"....1monaca missionaria appassionata della VERITAS (tutta Intera)!!!ti benedico in Cristo ad Patrem..