martedì 22 gennaio 2008

DAVIDE L'ADORATORE DI DIO


del Past. Silvano Lilli

"Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere" (Atti 13:22 )

Davide è un modello buono di come dovrebbe essere l'uomo di Dio, cioè in armonia con la parte più intima di Dio. Ci sono figli che toccano il cuore dei genitori anche se questi cercano di amarli tutti con lo stesso amore. C'è quindi una qualità nel figlio che riesce a toccare il cuore di Dio. Il cuore di Davide era in sintonia col suo Dio e così libero dalle opinioni degli uomini che è stato uno dei più grandi adoratori, perché gli interessava l'opinione di Dio, di cui aveva molta considerazione, più di quella che aveva per gli uomini.
Se abbiamo un cuore secondo Dio, lasceremo un segno nella storia, perché saremo usati. Davide non ha mai perso una battaglia! Se noi abbiamo il cuore secondo Dio, sono convinto, non perderemo una battaglia. Quelli che vivono il cristianesimo nella mente, nella razionalità, non entrano in un rapporto intimo con Dio.
Davide si è relazionato molto bene con lo spirituale e con il materiale. Nel Salmo 139:14 dice "Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene", celebra se stesso ma dando gloria a Dio che lo ha fatto. Quante volte c'è falsa umiltà nella nostra vita e dobbiamo esprimerla per non scandalizzare.
Davide, che con quello che gli era stato affidato faceva il massimo. Noi siamo chiamati a fare la volontà di Dio esattamente dove Lui ci vuole. Davide aveva scoperto questo e in ogni situazione dava il massimo. Era lasciato fuori delle decisioni della famiglia, ma non aveva per questo invidia, faceva bene ciò che gli competeva. Sapete che è più difficile essere "secondi" che "primi"? Valutate delle chiese che hanno problemi e vedrete dei "secondi" che non sanno fare i "secondi".
Davide aveva chiaro un concetto, come si doveva rapportare con Dio, con la famiglia, col popolo. La sua grande sorpresa davanti alle ingiurie di Golia è stata quella di vedere che qualcuno non svolgeva il suo compito: i soldati. In qualche modo Davide ha imparato a portare le proprie responsabilità e anche noi dobbiamo farlo. Quando l'ha imparato? Quando era solo con Dio. Se la vostra solitudine con Dio non vi aiuta a portare le responsabilità, vuol dire che la vostra è solo solitudine, senza Dio.
Cosa avreste fatto di fronte ad un leone o ad un orso? Davide non aveva armi sofisticate, ma una rudimentale che sapeva usare. Quando si presenta il "leone" che vuole le "pecore", noi dobbiamo difenderle anche con armi rudimentali. Tutti soffrono se qualcun gli ruba un "agnello", e se c'è uno che non soffre, questi è un pastore strano! Non solo Davide difendeva le pecore, ma faceva di più, "Ma Davide rispose a Saul: "Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora dal gregge, io lo inseguivo, lo colpivo e la strappavo dalle sue fauci; se poi quello si rivoltava contro di me, io l'afferravo per la criniera, lo colpivo e l'ammazzavo" . (1Sam 17:34-35 )

Era una fortuna per il leone se restituiva solo la pecora! Si è formato sui pascoli per poi essere re. La passione di vedere Dio vittorioso, l'ha spinto ad affrontare Golia.
Devo fare tutto quello che è nelle mie possibilità per portare a termine quello che Dio mi ha affidato. Nessun predatore ha il diritto di rubare una "pecora". Abbiamo delle regole spirituali ma dobbiamo verificare se sono da Dio e secondo la Parola. Molto spesso esitiamo troppo sul pericolo piuttosto che confidare in Dio. Davide si riconosceva nella giustizia e nell'economia di Dio. Se volete qualche cosa di soprannaturale dovete credere nella Parola. Nell'economia di Dio voi siete principi nascenti e se i predatori vi sottovalutano faranno brutte esperienze come le fecero i filistei. Non siamo chiamati a fuggire i problemi, ma ad affrontarli e risolverli.
Era sicuro della sua identità e la sottolineava "Ma chi è mai questo Filisteo incirconciso, che osa insultare le schiere del DIO vivente?" (1Sam. 17:26) (Se perdiamo identità perdiamo la nostra forza).
Come Davide ha pianto Absalom perché lo amava, così dobbiamo imparare ad amare i nostri figli, anche se non stanno comprendendo il nostro ministerio. Quante volte, per non dispiacere la chiesa, abbiamo trascurato i nostri figli? Davide non alimenta il risentimento. Sa con certezza chi lo ha chiamato. Va in esilio in pace, sa che c'è un tempo per la prova "Lasciatelo stare e lasciate che maledica, perché glielo ha ordinato l'Eterno. Forse l'Eterno vedrà la mia afflizione e l'Eterno mi farà del bene in cambio delle sue maledizioni di oggi". (2Sam. 16:11-12)

Quando ritorna a Gerusalemme sa perdonare Scimei che lo aveva maledetto ma che ha chiesto perdono "Il re disse quindi a Scimei: Tu non morrai!". (2Sam. 19: 23)
Che tutti noi possiamo diventare sempre più uomini col cuore secondo Dio!

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