lunedì 14 aprile 2008

Da luoghi profondi io grido


di David Wilkerson13 Settembre 1999


"Da luoghi profondi io grido a te, o Eterno. O Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche. Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore? Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto." (Salmi 130:1-4).
Davide soffrì incredibilmente sotto la verga punitiva del Signore. Da ogni lato, le cose divenivano orribilmente sbagliate nella sua vita. Dovette affrontare travolgenti fiumane di afflizioni, terribili malattie fisiche, tragedie sopra tragedie, un regno in tumulto. Le sue afflizioni divennero talmente grandi che non pensava di poter sopravvivere. Ed egli gridava: "Salvami, o DIO, perché le acque sono giunte fino alla gola. Sono affondato in un profondo pantano e non trovo alcun punto d'appoggio; sono giunto in acque profonde, e la corrente mi travolge." (Salmi 69:1-2). Eppure le afflizioni esteriori di Davide non gli procuravano tanto fastidio quanto i suoi orrori interiori. Aveva paura che il Signore lo avesse completamente abbandonato. Scriveva: "Tu mi hai posto nella più profonda fossa, in luoghi tenebrosi, negli abissi." (Salmi 88:6). "Su di me si è abbattuta la tua ira ..."(verso 7). "... ho sofferto i tuoi terrori ..." (verso 15). "Sopra di me è passata la tua ardente ira ..." (verso 16). Davide credeva che Dio lo avesse abbandonato a causa del suo peccato – un pensiero che semplicemente non poteva sopportare. Egli supplicava: "Non mi sommerga la corrente delle acque, non m'inghiottisca l'abisso e non chiuda il pozzo la sua bocca su di me." (Salmi 69:15). Stava dicendo" Oh Signore, per favore – non lasciarmi cadere così in basso che non possa più venirne fuori!" Davide si angustiava anche a causa dello scandalo che egli aveva causato in Israele. Il suo peccato era stato manifestato e tutto il mondo lo conosceva. La sua afflizione prodotta dal peccato che aveva causato era traboccante, ed egli supplicava Dio: "...non farmi essere l'oggetto di scherno dello stolto." (Salmi 39:8). Davide aveva anche paura che Dio potesse prendere la sua vita come punizione per il suo peccato. Ogni volta che si destava, era assalito dal pensiero di poter essere abbattuto fino alla polvere dalla collera di Dio. Egli implorava: "O Eterno, non sgridarmi nella tua indignazione, e non punirmi nella tua ira." (Salmi 38:1). Nello stesso tempo che Davide era assalito da queste ansietà, la sua anima veniva riempita dal santo timore di Dio. Egli confessava: "Mi ricordo di DIO e gemo..." (Salmi 77:3). Abbiamo ora una domanda sconcertante. Perché Davide era afflitto, se tutti i suoi ricordi delle opere di Dio nella sua vita gli portavano gioia e felicità? Quale possibile afflizione lo tormentava? Davide era stremato perché tutti i suoi pensieri erano occupati da come Dio si sarebbe occupato del suo peccato. Egli sentiva la punizione del Signore nella sua carne; gli strali della verità trapassavano la sua anima con ferocia. "Poiché le tue frecce mi hanno trafitto..." (Salmi 38:2). La coscienza di quest'uomo poneva su di lui un grande peso. Sapeva di avere peccato contro tutto l'amore e la luce che aveva ricevuto dal Cielo. Il Signore lo aveva benignamente liberato in ogni tempo, dai suoi fallimenti trascorsi. Questa volta Davide sapeva di meritare di essere abbattuto. Per cui si sentiva sempre più avvolto dall'afflizione e dalla confusione; quindi scriveva: "... le mie iniquità mi hanno raggiunto e non posso vedere; sono più numerosi dei capelli del mio capo ..." (Salmi 40:12).
Conosco molti cristiani che sono come Davide. Amano Gesù – ma hanno peccato tremendamente contro la luce che gli è stata data. Hanno ascoltato migliaia di retti sermoni, letto la Bibbia giornalmente per anni, trascorso innumerevoli ore in preghiera. Eppure essi hanno peccato contro le benedizioni di Dio. Come? Essi hanno un peccato che li attanaglia ma di cui non si sono mai occupati! Nel tempo, questo peccato ha eliminato la loro comunione con Gesù. Ed ora lo Spirito Santo ha toccato il loro vizio, fermandoli prima dell'irreparabile. Li sta avvisando: "Basta – questo peccato deve sparire! Io non posso indulgere verso la via che hai preso nell'assecondarlo. Da ora in poi, devi prendere una decisione. Ti ho mostrato il tuo peccato – ma presto esso sarà manifestato a tutto il mondo!"Ogniqualvolta ora essi entrano nella casa di Dio, non riescono ad alzare la loro testa. E supplicano come fece Davide: "I miei peccati sono troppo numerosi per essere contati! La mia iniquità ha preso così possesso di me che non riesco a voltare la mia faccia verso il cielo!" Hanno perso tutta la gioia, il conforto e la libertà che essi un tempo provavano. Non sono più capaci di pregare o cantare non avendo più vivacità o forza. E si portano dietro un grande senso di fallimento. Sono diventati deboli, spiritualmente ammalati, rassegnati, pronti a perdersi d'animo. Sanno bene che questo è accaduto a causa del loro peccato che ha distrutto la comunicazione con Dio! Quanto ho detto, descrive la condizione della vostra anima in questo momento? Se è così, ringrazia Dio per la Sua misericordia. Egli sta infondendo dentro te un santo timore del Signore! Questo è il motivo per il quale stai affondando ancora di più nelle profondità della convinzione di condanna. Sei sotto il peso di una coscienza afflitta! ... (continua)

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