lunedì 10 marzo 2008

CONTEMPLAZIONE


Chi vuole vivere nella vera dimensione spirituale deve pensare, in un certo senso, come Dio. Deve saper scusare, dimenticare e trarre ciò che é buono da tutte le creature. L’uomo spirituale coltiva in sé la magnanimità e la benevolenza verso tutti e non giudica nessuno. Allora potrà diventare spontaneamente dolce, perché in lui non si agitano sentimenti contrastanti che provengono dal suo orgoglio o dal suo egoismo. E' necessario cercare di contemplare nella preghiera e nella meditazione continua Colui che diciamo di amare. I veri innamorati fondono i loro cuori e finiscono per assomigliarsi. Se ci si sforza di imitare il Verbo ne assimilerai le virtù. L’amore é sempre contagioso. Se si rimane nell’umiltà e si riconosce che é Dio che ci ha amato per primo, Egli ci condurrà nelle alte vette dell’Amore. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste.

Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola é la cosa di cui c'é bisogno. Maria si é scelta la parte migliore, che non le sarà mai tolta.(Gesù)

Chi é un asceta, se non colui che diminuisce in sé le funzioni vitali(riproduzione nella castità; alimentazione nel digiuno,dispersione mondana nell'adorazione e nella preghiera, autonomia nell'obbedienza) per suscitare o esaltare in sé certe funzioni volitive o conoscitive che sono assopite nella vita ordinaria? Con la continenza, l'asceta ottiene una purificazione dell'intelligenza che gli permette di vedere e di comprendere realtà che il libertino non conosce.Chi digiuna s'accorge che la sua attenzione si acuisce...(J.Guitton)

Bisogna sentire quanto è pericolosa la tentazioe di diventare troppo facilmente religiosi, quanto è insinuate l'illusione di immaginarsi di diventarlo con poca spesa, senza poter quasi fare altrimenti.(Kierkegaard)

Cerco il Tuo volto. Cerco di sovrapporlo a tutti i volti, i visi e le impressioni del vivere. (Padre Albino Candido)

C'è sempre qualcuno o qualcosa che distorce la mia attenzione da Te. E' normale che il ritorno a Te mi costi disturbo, distacco da me e rinunzia a ciò che non è Te. (Padre Albino Candido)

La maggior parte della anime si preoccupa di andare in cielo e di evitare l'inferno...Molti indossano come una livrea la mia chiamata a seguirmi, conservando nel cuore i loro desideri. Quanto pochi lavorano per conoscere i miei desideri e realizzarli! (Gesù a Suor Maria della Trinità)

Sono nella S.Eucarestia, sono in te e nelle tue Sorelle. Ogni volta che ti rivolgi a una delle tue sorelle tu mi incontri di nuovo, rinnovi la tua comunione con me. (Gesù a Suor Maria della Trinità)

E' l'uomo più ricco di spirito che più facilmente rischia di diventare il commediante di se stesso. Non si accontenta mai di ciò che trova in sè. Non smette di alterarlo ripensandolo. Il suo vero essere è sempre per lui al di qua o al di là del suo essere presente; non arriva mai a distinguere ciò che immagina da ciò che sente. Trova in se stesso mille personaggi. concepisce mille possibilità che superano da ogni parte la realtà così come gli è data. ha bisogno di uno sforzo per volgersi ad essa, fissare su di essa il suo sguardo e stringerla più da vicino, mentre basterebbe spesso un po' di semplicità e di amore per arrivarci senza averlo voluto.(L.Lavelle)

L'estasi è uno stato di deconnessione con l'ambiente circostante che condiziona, per il soggetto, delle percezioni di un altro ordine : Dio e il mondo divino. L'identità del l'autentico veggente, comunque, non viene alterata, bensì intensificata e per questo la percezione visiva del mondo esterno viene annullata.(R.Laurentin)

Nell'estasi ogni comunicazione con il mondo esteriore è interrotta, l'anima ha il sentimento di comunicare con un oggetto interno che è l'Essere perfetto, infinito, Dio.E' la riunione dell'anima con il suo oggetto. tra l'anima e il suo oggetto non c'é più alcun intermediario. Essa lo vede, lo tocca, lo possiede, essa è in lui, essa è lui. non è più la fede che crede senza vedere. E' una unione perfetta nella quale l'anima si sente esistere pienamente, per il fatto stesso di darsi e di rinunciare a sé, perché Colui al quale si dà è l'essere e la Vita stessa.(Boutroux)

Il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c'é uno che cerchi Dio.(Sal.14)

Pretendiamo le comodità, il benessere e il lusso. Vogliamo divertirci. Che cosa avverrebbe se la nostra vita diventasse più austera? Il misticismo è incontestabilmente alla base delle grandi trasformazioni morali e l'umanità ne sembra più che mai lontana. (Bergson)

Occorre la solitudine per ritrovare l'equilibrio che certe compagnie ci fanno smarrire(H.F.Amiel)
Vero filosofo è colui che cerca gemendo. (Pascal)

Le mie vittime sono quasi immobili esternamente, mobilissime e attivissime interiormente. Ad esse io nulla posso negare, non all'attivismo esteriore di tanti Pastori.(Gesù a un Sacerdote)

Quando non si hanno consolazioni si serve Dio per se stesso; quando si hanno consolazioni, si è tentati di servirlo per interesse.(Curato d'Ars)

La mia preoccupazione principale non dovrebbe essere quella di trovare piacere o successo, salute o vita o danaro o riposo o anche cose quali la virtù o la saggezza - ancor meno i loro opposti: dolore, fallimento, malattia, morte. Ma in tutto ciò che avviene, mio solo desiderio e mia unica gioia dovrebbero essere il sapere: "Questo, Dio ha voluto per me. In questo trovo il suo amore, e nell'accettarlo io posso restituirgli il Suo amore, darmi con esso a Lui e crescere nella Sua volontà alla contemplazione, che è vita eterna." (T.Merton)

Non è vero che i santi e i grandi contemplativi non si siano mai interessati delle cose create, non abbiano compreso o apprezzato il mondo, ciò che in esso si vede o si ode, chi in esso vive... Proprio perché erano assorti in Dio, i santi erano veramente capaci di vedere di apprezzare le cose create, e proprio perché amavano Dio solo erano i soli ad amare tutti.(T.Merton)
L'Unico che possa insegnarmi a trovare Dio è Dio, Lui Stesso, Lui solo. (T.Merton)

La nostra scoperta di Dio è, in un certo senso, la scoperta che Dio fa di noi...Noi diventiamo contemplativi quando Dio scopre Se Stesso in noi. (T.Merton)

La contemplazione non è assolutamente perfetta se non è condivisa.(T.Merton)

La perfezione ultima della vita contemplativa non è un paradiso di individui separati, ciascuno dei quali gode di una visione particolare di Dio: è un mare di Amore che scorre attraverso all'Unico Corpo e all'Unica Anima di tutti gli eletti, di tutti gli angeli e i santi, e la loro contemplazione sarebbe incompleta se non fosse condivisa, o se fosse condivisa con meno anime, o con spiriti capaci di minor visione e di minor gioia.(T.Merton)

Anche quando cerco di piacere a Dio, tendo a piacere alla mia ambizione, sua nemica. Vi può essere imperfezione anche nell'amore ardente di una grande perfezione, anche nel desiderio di virtù, di santità. Anche il desiderio di contemplazione può essere impuro, quando dimentichiamo che vera contemplazione significa la completa distruzione di ogni egoismo, la più assoluta povertà e purezza di cuore. (T.Merton)

Andate nel deserto non per sfuggire gli altri uomini, ma per trovarli in Dio. (T.Merton)

Il poeta entra in se stesso per creare. Il contemplativo entra in Dio per essere creato. (T.Merton)

Sapientia e sapor hanno identica radice. L'essere non é senza sapore. Se i mistici hanno il gusto di Dio, significa che Dio ha sapore. Il termine non è più rischioso di molti altri.(F.Varillon)

Più mi identifico con Dio, più mi identificherò con gli altri che sono identificati in Lui.(T.Merton)

Silenzio non è mutismo. Il mutismo è un vuoto di parola nato da un vuoto d'anima. Ma il silenzio nutre la parola. (F.Varillon)

Nel momento in cui l'Io opera quella straordinaria conversione per mezzo della quale, distogliendosi dallo spettacolo sensibile offerto ai suoi occhi, dirige il suo sguardo verso il mondo interiore rimastogli nascosto fino allora, prova la gioia più perfetta che esista, la gioia della rivelazione. Allora l'universo non è più un oggetto estraneo a noi, un enigma da risolvere; non sta più davanti a noi, ma dentro di noi. Il suo segreto è il nostro segreto. (L.Lavelle)

Dopo aver vissuto a lungo nel mondo come uno straniero, colui che si rifugia nella solitudine vede un mondo nuovo che gli viene incontro per accoglierlo; così entrando nella solitudine gli sembra di romperla: solo il ricordo o il rimpianto di quel che ha lasciato possono fargli sentire la miseria del suo stato. (L.Lavelle)

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