lunedì 18 febbraio 2008

CANTATE A DIO CANTI DI GIOIA

di Gaetano Lo Iacono
In tutta la Bibbia appare evidente che la risposta dell’uomo ad ogni intervento di Dio avviene anche e soprattutto attraverso la musica ed il canto: Nel più antico periodo conosciuto della storia, gli ebrei furono evidentemente nomadi. I canti, che gli ebrei cantavano nei loro spostamenti per alleviare la monotonia delle lunghe marce nel deserto, non furono ricordati al tempo dei scrittori biblici, ma un canto viene citato dal libro dei Numeri ed è: “ Il canto del Pozzo”.
Allora Israele cantò questo canto:"Sgorga, o pozzo: cantatelo! Pozzo che i principi hanno scavato,
che i nobili del popolo hanno perforato con lo scettro, con i loro bastoni".
Altri canti di questo genere e dello stesso periodo della storia d’Israele erano contenuti nel “ Libro delle Guerre del Signore”. (Numeri 21: 17,18).
I profeti. I profeti d’Israele erano dei musicisti. Durante l’Esodo la profetessa Miriam sorella di Aronne, preso un tamburello: dietro lei uscirono le donne con i timpani formando cori e danze. Miriam fece cantare loro questo ritornello: “cantate al Signore perché ha mirabilmente trionfato: ha gettato in mare cavallo e cavaliere!”.
Il profeta Isaia componeva canzoni.
“Canto di vittoria”
In quel giorno si canterà questo canto nel paese di Giuda:
Abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà. Il suo animo è saldo; tu gli assicurerai la pace, pace perché in te ha fiducia. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna; perchè egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto; la città eccelsa l'ha rovesciata, rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano, i piedi degli oppressi, i passi dei poveri. (Is 26,1-6)
Questo inno di ringraziamento celebrava la liberazione, da parte del Signore, di coloro che avevano riposto in Lui la loro fiducia.
il canto della vigna:
“ Canterò per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica. Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. (Isaia 5,1ss).
Questo poema composto da Isaia all’inizio del suo ministero, forse ispirandosi a una canzone di vendemmia, il tema è quello della vigna – Israele.
Del profeta Ezechiele si diceva “Ecco, tu sei per loro come una canzone d’amore bella la voce e piacevole l’accompagnamento musicale” . (Ezechiele 33,22).
La Tenda Davide. Fu Davide, poeta e musicista, prima di essere uomo di guerra, a stabilire il ruolo della musica nella Tenda.
Dio ha sempre stabilito dei modelli ben precisi, per entrare alla Sua presenza, definiti nei minimi dettagli, stiamo parlando della Tenda di Davide di Mosè. In ambedue i casi è il Signore che rivela il modo per adorare. Sia la tenda di Mosè che quella di Davide erano quindi state volute e rivelate da Dio con estrema precisione:
Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro. Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi”. (Es 25,8-9).
"Tutto ciò - disse - era in uno scritto da parte del Signore per farmi comprendere tutti i particolari del modello". (1Cr 28,19).
Non solo erano state volute da Dio ma erano anche fatte ad immagine delle <>: Questi però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire la Tenda:
Guarda, disse, farai ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte. (Eb 8,5)
Sia il tempio di Mosè che in seguito quello di Davide – conseguente sviluppo del precedente - erano modello che adombrava quello che era il cielo. Il modello della prima Chiesa quindi si rifaceva ad un modello tratto dall’Antico Testamento: Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:
Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta;ne riparerò le rovine e la rialzerò, perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall'eternità. (At 15,15-18).
Il Signore, dunque, voleva ricostruire la tenda di Davide.
L’evento della Pentecoste ha molte somiglianze con la Tenda di Davide: mentre tutti i leviti cantori, cioè Asaf, Eman, Idutun e i loro figli e fratelli, vestiti di bisso, con cembali, arpe e cetre stavano in piedi a oriente dell`altare e mentre presso di loro 120 sacerdoti suonavano le trombe, avvenne che, quando i suonatori e i cantori fecero udire all`unisono la voce per lodare e celebrare il Signore e il suono delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti si levò per lodare il Signore perché è buono, perché la sua grazia dura sempre, allora il tempio si riempì di una nube, cioè della gloria del Signore. I sacerdoti non riuscivano a rimanervi per il loro servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore aveva riempito il tempio di Dio” . (2Cr. 5,12 ss).
Gli studiosi la definiscono infatti “la Pentecoste dell’Antico Testamento”. Anche l’analogia dei centoventi sacerdoti riuniti in adorazione che lodano ed entrano insieme alla presenza del Signore, mentre il Tempio si riempiva di una nube ecc., non ricorda lo stesso risultato dei centoventi discepoli insieme con Maria nel giorno di pentecoste? (cfr. At 2,1-4).
E mentre nella tenda di Mosè, c’era un velo che separava l’arca dal resto della tenda (cfr. Es 26,33), nella tenda di Davide si accedeva direttamente alla presenza di Dio. Mosè era mediatore tra Dio e il popolo (cfr. Es 33,11), era lui ad entrare alla presenza di Dio, veniva trasfigurato e poi andava davanti al popolo e tutti venivano abbagliati dallo splendore che traspariva da lui (cfr Es 35, 33 ss).
Nella Tenda di Davide Dio scendeva direttamente con la sua Gloria tanto che il popolo doveva fuggire perché non riusciva a stare alla Sua presenza (cfr. Cr 5,14).
Abbiamo detto che la Tenda era una visione dell’eterna liturgia in cielo. Ad ulteriore conferma, passiamo a vedere due citazione dell’Apostolo Giovanni che nell’Apocalisse ci descrive la lode del cielo: I quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all`Agnello, avendo ciascuno un`arpa e coppe d`oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra. Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza,onore, gloria e benedizione». Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:«A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione. (Ap 5,8-14). Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all`Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce:"La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all`Agnello". 11 Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: 12 "Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen".(Ap 7,9-12).
Vediamo le analogie che si possono notare tra l’Apocalisse, visione del cielo e l’Antico Testamento. Possiamo infine concludere che la visione che Davide ebbe realizzandola poi con la Tenda di quello che accade continuamente in cielo, la ebbe anche S. Giovanni.
Anche noi siamo chiamati a questa restaurazione, ad imitare il cielo.
In ogni nostro momento di adorazione facciamo esperienza della presenza del Signore attraverso la lode e il canto perché i canti provengono quasi tutti dalla Parola di Dio. E noi in virtù del sacerdozio regale, possiamo avere libero accesso a Dio attraverso la nuova via aperta dal sacrificio di Gesù.
La chiesa, secondo il piano di Dio deve essere una comunità che loda e che adora, per mettere in pratica così il primo e più importante comandamento. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l`anima e con tutte le forze.
Dio cerca tali adoratori come disse Gesù: “Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". (Gv 4, 23-24).
Nella Nuova Alleanza, noi che abbiamo usufruito della grazia, rivestiti della giustizia di Cristo, possiamo adorare senza timore o condanna, sapendo che Dio si compiace del suo popolo e accoglie con favore ogni espressione creativa d’amore a Lui rivolta. Ora la Chiesa rappresenta la dimora di Dio in mezzo al suo popolo, tra coloro che sono stati “ edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2,22).
Attraverso la lode e il culto della Chiesa che loda e adora il Signore. Adorare Dio come Padre comporta una relazione d’amore in cuoi si può entrare solamente attraverso Gesù e in Gesù. Nessuno può venire al padre se non attraverso il Figlio. Non è possibile adorare Dio come Padre senza rendere gloria a Gesù, il Figlio. L’amore di Dio è stato “rivelato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
Noi dobbiamo accettare Dio come Padre. La nostra vera identità è in Cristo. Il nostro scopo è quello di amare Dio con tutto il nostro cuore, la nostra mente, la nostra anima e la nostra forza. Così facendo, realizziamo l’originario disegno di Dio: un rapporto armonioso tra Dio e l’umanità redenta.
Siamo adoratori in Spirito e verità?
Se non lo siamo dobbiamo diventarlo perché grazie alla Nuova Alleanza possediamo la Parola e lo Spirito che ci permette di elevare a Dio il canto, la lode e l’adorazione che Egli più gradisce.
Concludendo, nelle assemblee di culto della Chiesa primitiva ognuno poteva partecipare con salmi, inni e cantici spirituali. I doni dello Spirito erano manifesti, La Parola era proclamata, e veniva edificata la comunità dei credenti.
Dio, nella Chiesa, sta restaurando il vero culto con la sua “creatività” e la vitalità dello Spirito. La volontà di Dio per la comunità della Nuova Alleanza è descritta in 1 Pt 2,9: Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce”.
Amen! Alleluja!






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