martedì 3 aprile 2007

La croce la speranza dei popoli

Il suo volto rifulse sul monte, la sua fama, su tutta la terra; non fu spezzato né infranto, perché non in se stesso, non nella sua Chiesa desistette, cedendo ai persecutori. E così non avvenne, né avverrà mai, ciò che i suoi nemici dissero o dicono: Quando morirà e il suo nome sparirà? (Sal 40,6).
Fino a quando porrà sulla terra il giudizio (Is 42,4). Ecco rivelato il segreto che indagavamo. Si tratta infatti dell`ultimo giudizio che egli realizzerà sulla terra quando verrà dal cielo. Ora, noi vediamo già compiuto ciò che il profeta aggiunge: I popoli spereranno nel suo nome. Questo non lo si può certamente negare: perciò si deve credere anche quello, che pur con impudenza si nega. Chi avrebbe mai sperato questo, che anche coloro, i quali non vogliono ancora credere in Cristo, vedono come noi, e non potendolo negare fremono, battono i denti e si rodono? Chi, ripeto, avrebbe mai sperato che tutte le genti avrebbero posto la loro speranza in Cristo! E precisamente quando Cristo veniva arrestato, legato, percosso, oltraggiato e crocifisso; quando gli stessi suoi discepoli avevano perso la speranza già riposta in lui. A stento allora un ladrone solamente sperò nella croce, e ora vi sperano i popoli diffusi sulla terra; e per non morire in eterno, si segnano con la croce, su cui egli morì.


Agostino, La città di Dio, 20,30

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