martedì 3 aprile 2007

Il sigillo del Signore in noi

Cechiamo di avere, prima d`ogni altra cosa, il marchio e il sigillo del Signore su di noi; nel giorno del giudizio, infatti, allorché il pastore, dopo aver radunato da tutta la terra ogni tribù della stirpe di Adamo, chiamerà il suo gregge, chiunque avrà il sigillo riconoscerà il suo pastore, così come il pastore riconoscerà quanti siano insigniti di quel marchio, radunandoli da tutte le genti. Infatti, le sue pecorelle odono la sua voce e lo seguono (cf. Gv 10,27). Il mondo, del resto, si divide in due parti: una di queste è costituita dal gregge tenebroso, che discenderà nel fuoco inestinguibile ed eterno; l`altra, invece, consiste in quello pieno di luce, cui sarà conferita l`eredità celeste (cf. Mt 25,31ss). Ciò che adesso, perciò, possediamo nell`anima, un giorno risplenderà e si manifesterà, mentre i corpi si rivestiranno di gloria.
Allo stesso modo come, quando giunge il mese d`aprile, le radici piantate nella terra producono i loro frutti, i fiori e tutte le loro bellezze, ed è possibile constatare, senza tema d`errore, quali siano le radici feconde e quali, invece, producano soltanto spine; in quel giorno, parimenti, ciascuno recherà scritto sul suo stesso corpo il modo come avrà vissuto: né il bene né il male resteranno più nascosti. Allora, infatti, si darà luogo al giudizio universale e alla corrispondente retribuzione.


Pseudo-Macario, Omelie spirituali, 12,13-14

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