martedì 3 giugno 2008

La vicinanza di Dio ci illumina

Agostino, Esposizioni sui Salmi, 70, 2,6-7

Dica il misero Adamo e in Adamo ogni uomo: Quando disordinatamente voglio essere simile a te, ecco che cosa divengo! Che almeno gridi a te dalla mia prigionia! Io, che potevo vivere tanto bene sotto il buon re, sono divenuto prigioniero e schiavo del mio seduttore. Grido a te perché sono caduto lontano da te. E perché sono caduto lontano da te? Perché disordinatamente aspiravo ad essere simile a te... L`uomo, se vuole essere qualcosa, si deve volgere a colui dal quale è stato creato. Allontanandosene, infatti, si raggela; avvicinandosi si riscalda. Allontanandosi si ottenebra; avvicinandosi si illumina. Perché solo presso colui dal quale ha avuto l`essere, potrà trovare anche il suo bene. Infatti, quel figlio minore che volle disporre a suo talento del proprio patrimonio, così ben conservato per lui negli scrigni del padre, una volta impadronitosene, partì per una regione lontana, si associò a un cattivo principe e dovette pascolare i porci. Meno male che, affamato, rinsavì, lui che nella sazietà si era allontanato per superbia. Ebbene, chiunque vuole essere simile a Dio, rimanga al suo fianco. Affidi a lui, come sta scritto, la sua forza. Non si allontani da lui! Unendosi a lui, sia contrassegnato dalla sua impronta come la cera è segnata dall`anello: abbia l`immagine di lui fissa in sé. Esegua quanto sta scritto: Per me è veramente buona cosa l`essere unito a Dio (Sal 72,28). Così davvero custodirà la somiglianza dell`immagine secondo la quale è stato creato.



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