mercoledì 18 giugno 2008

La preghiera è la luce dell`anima


di Giovanni Crisostomo, Omelia 6 (sulla preghiera)

Il bene supremo è la preghiera, il rapporto intimo di amicizia con Dio: essa è comunione con Dio, e ci rende una sola cosa con lui. Come gli occhi del corpo sono illuminati dalla luce, così l`anima che è tutta tesa verso Dio viene investita e penetrata dalla sua ineffabile luce. La preghiera non è un atteggiamento esteriore, ma viene dai cuore, non è limitata a ore o tempi determinati, ma si attua ininterrottamente di giorno e di notte. Non basta infatti dirigere prontamente il pensiero a Dio solo nei momenti dedicati alla preghiera; ma anche quando si è impegnati in altre occupazioni, come l`assistenza ai poveri o altri doveri e opere che arrechino aiuto alle persone, è necessario mettervi dentro il desiderio e la memoria di Dio, perché queste occupazioni, rese gustose col sale dell`amore di Dio, diventino per il Signore un cibo piacevolissimo.
La preghiera è la luce dell`anima, la vera conoscenza di Dio, la mediatrice tra Dio e gli uomini... Con la preghiera l`anima si innalza verso il cielo e si unisce al Signore con un ineffabile abbraccio: come un bambino chiama piangendo sua madre, essa grida verso Dio bramosa del cibo che viene da lui. Esprime i suoi desideri intimi, e riceve doni infinitamente superiori alla natura. La preghiera, con cui ci presentiamo rispettosamente al Signore, è la gioia del cuore e la pace dell`anima...
Mentre il corpo resta sulla terra, la preghiera conduce l`anima alla sorgente celeste e la disseta con quell`acqua che diverrà in lei una fonte zampillante per la vita eterna (cf. Gv 4,14). Essa ci dà la vera sicurezza dei beni futuri e, nella fede, ci fa conoscere meglio il dono di Dio... Quando dico preghiera, non pensare che si tratti di parole. Essa è desiderio di Dio, amore ineffabile che non viene dagli uomini, ma è operato dalla grazia di Dio. L`apostolo dice infatti: Noi non sappiamo pregare come dovremmo, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti ineffabili (Rm 8,26).
Questa preghiera, quando il Signore la concede a qualcuno, è una ricchezza che nessuno può portar via, è un cibo celeste che sazia l`anima. Colui che l`ha gustata, è posseduto da un desiderio eterno di Dio, simile a un fuoco violento che gli infiamma il cuore. Lascia che si compia in te nella sua pienezza, e, per decorare la tua casa di dolcezza e di umiltà, illuminala con la luce della giustizia, rivestila di buone opere come di una superficie lucente. Al posto dei mosaici, metti la fede e la grandezza d`animo. Per compiere l`edificio, poni ancora la preghiera alla sua sommità. Così la casa che preparerai per il Signore sarà completa: lo potrai dunque accogliere come in una splendida reggia, e ne possederai la gloria, per sua grazia, nel tempio della tua anima.



1 commento:

Antonia ha detto...

Ti lascio un saluto per dirti che sono passata di qua. Fra i problemi del Cristianesimo ci sono, secondo me, la divisione in sette, l'idolatria nei confronti di Gesù (che tu chiami Jeshua, ma è corretto "Ieosuas"), con la conseguente dimenticanza del Nome di Dio e il versamento di sangue delle guerre di religione, anche fra cristiani. Ti segnalo il mio sito: http://nomididio.blogspot.com/
Pace a te!