lunedì 17 dicembre 2007

S.CHIARA E IL NATALE


E' la notte di Natale del 1252: Chiara giace inferma nel dormitorio ormai da 27 anni, le sue sorelle sono scese in chiesa a recitare il Mattutino prima della Messa di mezzanotte. Vorrebbe essere con loro a celebrare il Bambino: il silenzio della notte non porta alcun eco nel dormitorio vuoto e freddo e Chiara sospira "Tu nasci, Signore, e mi hai lasciato qui sola". Ma ecco, dalla lontana chiesa di San Francesco udire il canto dei frati che salmeggiano e il suono dell'organo che li accompagna. Chiara ode e vede: l'aria piena di luce, di cori. Ecco, è nato! Nella mangiatoia c'è un bambino, fasciato di luce. E' nato il Signore!
Quando dopo la Messa le monache vanno a trovarla nella notte santa, Chiara le accoglie dicendo: "Benedetto il Signore Gesù, il quale se mi avete abbandonato voi, non mi ha abbandonata! Ho proprio udito per grazia di Cristo tutte quelle cerimonie che nella chiesa di S. Francesco sono state celebrate questa notte e ho visto il presepe del Signore".

Chiara ama meditare il mistero della Natività di Gesù e ne parla nei suoi scritti: Mira, in alto, la povertà di Colui che fu deposto nel presepe avvolto in poveri pannicelli. O mirabile umiltà e povertà che dà stupore! Il Re degli Angeli, il Signore del Cielo e della terra. è adagiato in una mangiatoia! A questa contemplazione affianca la meditazione del Crocefisso povero: Vedi poi, al centro dello specchio, la santa umiltà, e insieme ancora la santa povertà, le fatiche e le pene senza numero ch'Egli sostenne per la redenzione del genere umano. E, in basso, contempla l'ineffabile carità per la quale volle patire sul legno della croce e su di essa morire della morte più infamante. Non mi abbandonerà mai il ricordo di te e si struggerà in me l'anima mia (FF 2904).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciaoo volevo sapere di che fede sei rispondimi su aldo_benin85@libero.it