lunedì 17 dicembre 2007

I PADRI DELLA CHIESA E IL NATALE


Rallegriamoci, perché oggi è nato il Salvatore. Nessuno può essere triste, perché oggi è il natale della vita, che toglie il frutto della morte e ci riempie con la letizia della promessa di vita eterna. Nessuno sia escluso dal partecipare a tanto giubilo, perché a tutti è comune il motivo della gioia: il nostro Signore, distruttore della morte e del peccato, siccome non ha trovato nessuno libero da colpa, così è venuto a liberare tutti.
Esulti il santo, perché si avvicina alla palma. Goda il peccatore, perché è invitato al perdono. Si faccia animo il pagano, perché è chiamato alla vita. Infatti il Figlio di Dio, nella pienezza dei tempi disposti dall`altezza inscrutabile del divino decreto, ha assunto la natura del genere umano per riconciliarlo al suo Creatore, affinché l`ideatore della morte, il diavolo, fosse vinto proprio per mezzo di quella con cui aveva vinto. E in tale conflitto accesosi per noi si è combattuto con una legge grande e mirabile di giustizia: infatti il Signore onnipotente ha affrontato l`avversario crudelissimo non nella sua maestà, ma nella nostra umiltà: gli presenta lo stesso corpo, la stessa natura che partecipa della nostra mortalità, esente però da ogni peccato. Questa nascita si sottrae, infatti, a ciò che si legge di tutti: Nessuno è libero da immondizia, neppure il fanciullo che ha un solo giorno di vita sulla terra (Gb 14,4). Nessuna traccia di concupiscenza carnale, infatti, passò in questa nascita singolare, nessuna traccia in essa derivò dalla legge del peccato. Viene eletta una vergine della regale stirpe di Davide che, presto gravida del sacro frutto, concepisse prima con l`animo che col corpo la sua prole divino-umana. E perché, non conoscendo il divino consiglio, non si spaventasse degli effetti inusitati che in essa avrebbe operato lo Spirito Santo, viene ammaestrata dalla voce dell`angelo. Essa è certa che il suo pudore non ne avrà danno, pur divenendo tosto madre di Dio. Come potrebbe non credere alla novità assoluta di quella concezione, dato che le viene promessa come intervento della potenza dell`Altissimo? E la sua fede pronta viene confermata anche dall`attestazione di un miracolo già operato: la fecondità non più sperata che viene elargita ad Elisabetta: perché non si dubitasse così che colui, il quale aveva dato di concepire a una sterile, lo avrebbe dato anche a una vergine.
Il Verbo di Dio, dunque, Dio, Figlio di Dio che era all`inizio presso Dio e per mezzo di cui tutto è stato fatto e senza di cui nulla è stato fatto (Gv 1,2-3), si è fatto uomo, per liberare l`uomo dalla morte eterna; e si abbassò ad accettare la nostra umiltà, senza diminuire la sua maestà, in modo che restando quello che era e assumendo quello che non era, unì in sé una vera natura di servo alla natura sua, nella quale è identico a Dio Padre. Le unì con un legame tanto stretto, che la gloria non consumò la natura inferiore né l`assunzione diminuì la natura superiore. Restando integra ogni proprietà di ambedue le nature e convenendo in un`unica persona, dalla maestà viene assunta l`umiltà, dalla forza l`infermità, dall`eternità la mortalità; e per cancellare il debito della nostra condizione, la natura passibile si è unita alla natura inviolabile: il Dio vero e l`uomo vero sono presenti nell`unico Signore; così, come richiedeva la nostra redenzione, l`unico e identico mediatore tra Dio e l`uomo poté morire per l`uno e risorgere per l`altro. A buon merito dunque il parto salutare non recò corruzione all`integrità verginale: preservò il pudore e propagò la verità. Una tale nascita si convenne a Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio: per essa fu simile a noi nell`umanità e tanto superiore a noi nella divinità. Se infatti non fosse stato vero Dio, non avrebbe portato a noi rimedio; se non fosse stato uomo vero, non ci avrebbe dato l`esempio. Per questo gli angeli, esultando, alla nascita del Signore cantano: Gloria a Dio nel più alto dei cieli, mentre si annuncia sulla terra pace agli uomini di buona volontà (Lc 2,14). Vedono infatti che con le genti di tutto il mondo viene costruita la celeste Gerusalemme; e di questa ineffabile opera della divina bontà, quanto deve rallegrarsi l`umiltà degli uomini, dato che tanto gode la sublimità degli angeli?
Perciò, carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre, per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, che per la sua grande misericordia con cui ci amò ha avuto pietà di noi ed essendo noi morti al peccato, ci vivificò in Cristo (Ef 2,5), affinché fossimo in lui una nuova creatura, una nuova struttura (cf. Ef 2,10). Spogliamoci dunque del vecchio uomo con le sue azioni (cf. Ef 4,22; Col 3,8) e, partecipi della nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne.
Riconosci, o cristiano, la tua dignità e, consorte ormai della divina natura, non tornare alla bassezza della tua vita antecedente, depravata. Ricordati di quale capo e di quale corpo tu sei membro. Rammenta che sei stato strappato dal potere delle tenebre e sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio. Col sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo (cf. 1Cor 3,16): non cacciare da te con le azioni cattive un ospite tanto degno e non assoggettarti di nuovo alla schiavitù del demonio: il tuo prezzo è il sangue di Cristo. Ti giudicherà nella verità, come ti ha redento per misericordia, egli, che con il Padre e lo Spirito Santo regna nei secoli dei secoli.
Leone Magno, Sermoni, 21

Un grande stupore si impossessa dell`uomo quando considera il miracolo che Dio scese prendendo dimora in un seno materno, che la sua somma essenza assunse un corpo umano e per nove mesi abitò nell`utero della madre senza contrarietà, e che quel seno di carne fu in grado di portare il fuoco, che la fiamma abitò nel corpo delicato senza bruciarlo. Proprio come il roveto sull`Oreb portava Dio nella fiamma, così Maria portò Cristo nel suo seno verginale. Attraverso l`udito, Dio entrò senza danni nel ventre materno e il Figlio di Dio poi ne uscì con purezza. La vergine concepì Dio e la sterile (Elisabetta) concepì il vergine (Giovanni), anzi il figlio della sterilità spuntò prima del germoglio della verginità.
Un miracolo nuovo Dio ha compiuto tra gli abitanti della terra: egli che misura il cielo con la spanna, giace in una mangiatoia d`una spanna; egli che contiene il mare nel cavo della mano conobbe la propria nascita in un antro. Il cielo è pieno della sua gloria e la mangiatoia è piena del suo splendore. Mosè desiderò contemplare la gloria di Dio, ma non gli fu possibile vederla come aveva desiderato. Potrebbe oggi venire a vederla, perché giace nella cuna in una grotta. Allora nessun uomo sperava di vedere Dio e restare in vita; oggi tutti coloro che l`hanno visto sono sorti dalla seconda morte alla vita.
Mosè prefigurò il mistero, vedendo un fuoco in un roveto; i magi portarono a compimento il mistero, vedendo la luce in una cuna. A gran voce dal roveto Dio impose a Mosè di togliersi le scarpe dai piedi; la stella invitò tacitamente i magi a giungere al luogo santo. Mosè non poté vedere Dio come realmente è; i magi invece entrarono e videro il Figlio di Dio fatto uomo. Il volto di Mosè splendeva perché Dio gli aveva parlato e un velo ricoprì il suo viso perché il popolo non poteva guardarlo; così nostro Signore si è circondato, nel seno materno, con il velo della carne e ne è uscito e si è mostrato: e i magi lo videro e gli offrirono i loro doni.
E` grande il prodigio che si è compiuto sulla nostra terra: il Signore di tutto è disceso su di essa, Dio si è fatto uomo, l`Antico è diventato fanciullo; il Signore si è fatto uguale al servo, il figlio del re si è reso come un povero errabondo. L`essenza eccelsa si è abbassata ed è nata nella nostra natura, e ciò che era estraneo alla sua natura lo ha assunto per il nostro bene. Chi non contemplerà con gioia il miracolo che Dio si è abbassato assoggettandosi alla nascita? Chi non si meraviglierà vedendo che il Signore degli angeli è stato partorito? Credilo senza dubitarne e sii convinto che tutto in verità si è svolto proprio così!
Efrem Siro, Inno per la nascita di Cristo, 1

Piena di fede, concependo Cristo prima nell`animo che nel seno, Maria disse: Ecco l`ancella del Signore, avvenga di me secondo la tua parola (Lc 1,38), avvenga, cioè, una concezione in me, vergine, senza seme umano; nasca di Spirito Santo da una donna integra colui in cui rinascerà di Spirito Santo la Chiesa integra. Il santo che nasce dalla madre donna senza padre uomo, si chiamerà Figlio di Dio; colui infatti che è nato da Dio senza madre alcuna, fu meravigliosamente conveniente che diventasse figlio dell`uomo; nato in quella carne, uscendo piccolo dalle chiuse viscere, perché poi, risuscitato entrasse, grande, per la porta sbarrata. Sono realtà mirabili, perché sono realtà divine; ineffabili perché inscrutabili: non basta a esprimerle la bocca dell`uomo, perché non basta a indagarle il cuore umano. Maria credette, e ciò in cui credette in lei è avvenuto. Crediamo anche noi, perché anche a noi possa giovare ciò che è avvenuto. Certo, anche questa natività è mirabile; tuttavia pensa, o uomo, ciò che per te ha accettato il Dio tuo, il Creatore per la creatura. Restando Dio in Dio, vivendo l`eterno con l`eterno, il Figlio uguale al Padre non ha sdegnato di rivestire la forma del servo per i colpevoli, per gli schiavi peccatori. E ciò non è stato certo ricompensa di meriti umani. Per le nostre iniquità, meritavamo piuttosto le pene; ma, se avesse osservato le nostre iniquità, chi lo avrebbe sostenuto? Per gli empi, dunque, e per gli schiavi peccatori il Signore si è fatto uomo e si è degnato di nascere di Spirito Santo da Maria vergine.
Agostino, Predica sulla professione di fede, 215,4


Il Verbo di Dio si è manifestato nella carne una volta per sempre. Ma, in chi lo desidera, egli vuole continuamente rinascere secondo lo spirito, perché ama gli uomini. Così, ridiventa bambino e si forma in loro con il progredire delle virtù. Il Verbo si manifesta nella misura in cui sa di poter essere ricevuto da chi lo accoglie: non limita la manifestazione della sua grandezza per gelosia, ma misura l`intensità del suo dono secondo il desiderio di chi brama vederlo. Il Verbo di Dio si manifesta sempre, secondo le disposizioni di chi lo riceve: tuttavia, data l`immensità del mistero, egli rimane ugualmente invisibile per tutti. Per questo motivo l`apostolo, penetrata con acutezza la potenza del mistero, dice: Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e nei secoli (Eb 13,8): egli dimostrava così di avere ben compreso la perenne novità del mistero e intuiva che l`intelligenza non potrà mai possederlo come una cosa invecchiata.
Il Cristo Dio nasce nel tempo e si fa uomo assumendo una carne umana dotata di anima intelligente: nasce nel tempo, lui che fa uscire dal nulla tutto ciò che esiste... Ed ecco che un giorno brilla dall`Oriente una stella e conduce i magi al luogo dell`incarnazione del Verbo. Una realtà creata indicava così misticamente colui che è al di là di ogni percezione sensibile, colui che supera la parola della legge e dei profeti, colui che guida le genti alla fulgida luce della conoscenza.
Infatti, la parola della legge e dei profeti conduce alla conoscenza del Verbo incarnato, come una stella che, piamente compresa, guida i chiamati dalla potenza della grazia, cioè gli eletti secondo il disegno di Dio (cf. Rm 8,28)...
Così, Dio si fa totalmente uomo e, assumendola, non rifiuta nulla di ciò che è proprio alla natura umana, tranne il peccato, che, d`altra parte, non è sua parte essenziale... Dio fa di se stesso il rimedio della natura umana e la riporta - per la divinità che depone in lei - all`intensità della grazia che le era stata data fin dal principio. Il serpente immise il veleno della sua malvagità nell`albero della conoscenza e determinò in tal modo la rovina del genere umano, che ne avrebbe gustato i frutti; allo stesso modo quando il Maligno volle divorare la carne del Signore, per la potenza della divinità che era in lei a sua volta trovò la propria rovina.
Immenso mistero dell`incarnazione di Dio! Eterno mistero!... Come può il Verbo essere sostanzialmente nella carne come persona e, nello stesso tempo - sempre come persona e sostanzialmente - essere tutto nel Padre? Come può il Verbo essere a un tempo veramente Dio per natura e farsi, per natura, veramente uomo? E tutto questo senza rifiutare assolutamente né la natura divina, secondo la quale è Dio, né la nostra, secondo la quale si è fatto uomo? Soltanto la fede può abbracciare questi misteri, la fede che è il fondamento di tutto ciò che supera quello che possiamo comprendere e che possiamo dire.
Massimo il Confessore, Capitoli teologici, 1,8-13


Tutti i giorni, tutti i tempi, carissimi, all`animo dei fedeli che meditano le realtà divine si presenta la nascita del nostro Signore e Salvatore dalla Vergine madre; così per l`anima che si dedica alla lode del suo Creatore, sia tra i gemiti supplici, sia nell`esultanza della lode, sia nell`offerta del sacrificio, nulla si presenta più spesso e con più fede allo sguardo spirituale, che la nascita umana di Dio, Figlio di Dio, generato dal Padre, come lui eterno. Ma nessun giorno più di quest`oggi ci fa ricordare questa nascita degna di adorazione in cielo e sulla terra, e, mentre anche fra le cose create irradia la luce del sole rinnovata, si presenta ai nostri sensi lo splendore mirabile di questo mistero. Non solo alla memoria, ma quasi allo stesso nostro cospetto ritorna il colloquio dell`angelo Gabriele con Maria stupefatta e la concezione di Spirito Santo tanto mirabilmente promessa e creduta. Oggi, infatti, il Creatore del mondo è uscito dall`utero della Vergine e colui che ha fondato ogni natura si è fatto figlio di colei che aveva creato. Oggi il Verbo di Dio appare vestito di carne e colui che mai fu visibile agli occhi umani cominciò a poter essere toccato anche con le mani. Oggi, per le voci degli angeli i pastori conobbero il Salvatore nato nella sostanza della nostra carne e della nostra anima; e i responsabili del gregge del Signore oggi hanno appreso il modo di predicare il vangelo, e perciò anche noi con le schiere celesti diciamo: Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà! (Lc 2,14).
Per quanto, dunque, lo stato infantile che la maestà del Figlio di Dio non si è sdegnata di assumere abbia poi raggiunto, col succedersi degli anni, l`età adulta e, dopo il trionfo della passione e della risurrezione, si siano succedute tutte le azioni che l`umiltà di Cristo ha accettato per noi, tuttavia l`odierna festività della nascita di Gesù da Maria vergine ne rinnova i sacri inizi; e mentre adoriamo la natività del nostro Salvatore dimostriamo insieme di celebrare il nostro inizio. La generazione di Cristo infatti è l`origine del popolo cristiano, e la nascita del capo è la nascita del corpo. Abbia in esso ognuno degli eletti il suo posto e tutti i figli della Chiesa siano pur distinti dalla successione dei tempi; ciò nondimeno tutti i fedeli nel loro complesso, sorti al fonte battesimale, con lui sono stati generati in questo Natale, come sono stati crocifissi con Cristo nella passione, nella risurrezione risuscitati e nell`ascensione collocati alla destra del Padre.
Qualsiasi uomo che in qualsivoglia parte del mondo, viene rigenerato in Cristo, diventa, con la nuova nascita, un uomo nuovo, e viene interrotta la vecchia successione originale; non deriva più dunque dalla generazione carnale del padre, ma dal germe del Salvatore che si è fatto figlio dell`uomo perché noi potessimo essere figli di Dio. Se infatti egli non fosse a noi disceso con tanta umiltà, nessuno sarebbe pervenuto a lui con i propri meriti.
Leone Magno, Sermoni, 26,1-2

La nascita di Cristo non deriva da una necessità, ma dalla potenza di Dio... E` il sacramento del suo amore, che ridona la salvezza agli uomini.
Colui che ha fatto nascere l`uomo da una terra vergine, ha fatto nascere, con la propria nascita, un uomo da un corpo inviolato. La mano che aveva preso della terra per plasmarci, ha voluto assumere essa stessa la carne per rinnovarci. Il Creatore nella creatura e Dio nella carne: è un onore per la creatura senza essere un disonore per il Creatore. Perché, uomo, hai poco valore ai tuoi occhi, mentre sei prezioso agli occhi di Dio? Perché ricerchi da quale materia sei stato tratto e non il senso della tua esistenza? Questa grande dimora che è il mondo visibile non è stata forse costruita per te? Per te la luce scaccia le tenebre che ti circondano, limita la notte e misura il giorno. Per te il cielo si illumina al diverso chiarore del sole, della luna e delle stelle. Per te la terra è cosparsa di fiori, di foreste e di frutti. Per te fu creata così bella la stupefacente varietà degli esseri viventi nell`aria, nel campi e nell`acqua...
Ma il Signore vuole aumentare ancora la tua gloria. Imprime in te la sua immagine, perché questa immagine visibile renda manifesta sulla terra la presenza del Creatore invisibile; ti ha dato il suo posto in questo mondo terrestre perché il grande regno di questo mondo non sia privo di un rappresentante del Signore... E ciò che Dio ha creato in te con la sua potenza, ha avuto la bontà di assumerlo in sé. Ha voluto manifestarsi realmente nell`uomo, nel quale, fino a quel momento, era apparso soltanto in immagine. Ha concesso all`uomo di essere in realtà quello che prima era soltanto per somiglianza...
Per questo, Cristo ha assunto in sé infanzia e ha accettato di essere nutrito; si è inserito nel tempo per instaurare la sola età perfetta, l`età che rimane e che lui stesso aveva fatto. Porta l`uomo perché l`uomo non possa più cadere; colui che egli aveva creato terrestre, ora lo fa divenire celeste. A colui che era vivificato da un`anima umana, dona la vita dello Spirito di Dio; lo trasporta interamente in Dio al punto che non resta più nulla in lui di tutto ciò che era peccato, morte, pena, dolore, di tutto ciò che era puramente terreno, in virtù dei meriti di nostro Signore Gesù Cristo che essendo Dio, vive e regna con il Padre nell`unità dello Spirito Santo, ora e sempre per tutti i secoli dei secoli.
Pietro Crisologo, Sermoni, 148

La nostra fede non consiste nel lasciarci convincere da parole vane, o trasportare dagli impulsi del sentimento, o affascinare da discorsi persuasivi: essa è l`assenso dato alle parole pronunciate per mezzo della potenza divina. Queste parole, Dio le ha consegnate al Verbo, e il Verbo ha parlato per convertire l`uomo dalla sua disobbedienza, non già costringendolo con la violenza a una fede servile, ma lasciandolo pienamente libero di rispondere alla sua chiamata.
Questo Verbo il Padre l`ha mandato nella pienezza del tempo. Non voleva più che egli parlasse attraverso i profeti, o si lasciasse oscuramente intuire nell`annuncio che di lui veniva fatto: gli disse di manifestarsi a viso scoperto perché il mondo, vedendolo, fosse portato al timore di Dio... Sappiamo che il Verbo ha assunto un corpo incarnandosi in una vergine e ha portato il vecchio uomo realizzando in sé la nuova creazione... Sappiamo che egli è veramente uomo, costituito della nostra stessa natura: se non fosse così, invano avrebbe ordinato di imitarlo come maestro. E infatti, se quest`uomo avesse una natura diversa dalla mia, come potrebbe ordinarmi di essere simile a lui, mentre io sono così debole? Dove sarebbero la sua bontà e la sua giustizia? così, per non essere considerato diverso da noi, egli ha sopportato la fatica, ha voluto soffrire la fame e la sete, si è abbandonato al sonno, non si è sottratto al dolore e ha obbedito alla morte manifestando infine la sua risurrezione. In tutto questo egli ha offerto come primizie la propria umanità, perché tu, quando soffri, non ti perda di coraggio, ma, riconoscendoti uomo, aspetti anche tu quello che il Padre ha dato a lui...
Quando conoscerai Dio come egli è, avrai un corpo immortale e incorruttibile come l`anima e giungerai al regno dei cieli. Poiché durante la tua vita sulla terra hai riconosciuto il re celeste, Dio ti farà suo amico ed erede insieme con Cristo: così non sarai più schiavo dei desideri, delle passioni e delle malattie. Infatti sei diventato Dio. I dolori che hai sofferto in quanto uomo, Dio te li ha dati perché sei un uomo; ma tutto quello che è proprio di Dio, lui ha promesso di concedertelo perché tu sei stato divinizzato, reso immortale. «Conosci te stesso» significa dunque: riconosci Dio che ti ha fatto. E` giusto che colui che è chiamato da Dio lo riconosca e sia da lui riconosciuto... Cristo infatti è Dio sopra ogni cosa (cf. Rm 9,5), e ha ordinato che il peccato degli uomini sia lavato, per creare di nuovo il vecchio uomo, che fin dall`inizio, anticipando la realtà, aveva chiamato sua immagine, e per mostrare così la sua tenerezza per te. Se tu obbedisci ai suoi santi comandamenti e se, con la tua bontà, imiti colui che solo è buono, diventerai simile a lui e partecipe della sua grandezza. Dio non è un mendicante, e ha fatto dio anche te per la sua gloria.
Ippolito di Roma, Confutazione di tutte le eresie, 10,33-34

Oh, mi fosse possibile vedere quella mangiatoia in cui un giorno giacque il Signore! Ora noi cristiani, per onorarlo, abbiamo tolto la mangiatoia di creta sostituendola con una d`argento. Ma per me quella che è stata tolta è più preziosa. Al mondo pagano si addice l`oro e l`argento; la fede cristiana preferisce quella mangiatoia di creta. Colui che in essa è nato, disdegna l`oro e l`argento. Io non disprezzo coloro che, per onorarlo, hanno collocato qui la mangiatoia d`argento, come non disprezzo coloro che hanno approntato vasi d`oro per il tempio. Ma io ammiro il Signore che, quantunque creatore del mondo, non nacque tra l`oro e l`argento, ma sulla creta.
Girolamo, Predica sul Natale del Signore

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