martedì 5 giugno 2007

Il Silenzio di Bruno Forte


«I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento».Nel Salmo 19, Dio parla attraverso il silenzio delle sue opere. Questa è una prima dimensione del silenzio di Dio. I cieli narrano la gloria di Dio, dunque non c'è bisogno di parole. È ciò che esiste, è questa natura, è questa terra, è questo cielo, che ci parlando, tacendo, del loro Creatore. Ecco un primo aspetto della fenomenologia del silenzio: la silenziosa scrittura dei cieli, quella che ci lascia stupiti di fronte alla bellezza del creato. Quindi è la natura che comunica nel silenzio Dio stesso.
Ma c'è qualcosa di più profondo. Vediamo a proposito Elia e la sua storia (1Re 19). Elia è il profeta del monoteismo. Il suo nome El-ià, significa "solo Dio è Dio". Elia combatte l'idolatria e difende il primato di Dio nel tempo della sconfitta di Dio; laddove la regina Gezabele vuole imporre i Baalim, gli idoli, Elia difende Dio. E scopriamo una cosa paradossale. Elia dopo avere vinto lo scontro con i profeti di Ba'al sul monte Carmelo, viene perseguitato ancora, fugge, è stanco e vuole morire, perché gli sembra che tutto sia inutile. Ma il Signore gli fa mangiare un pane e grazie alla forza che quel pane gli dà, Elia cammina 40 giorni e 40 notti, fino a giungere all'Oreb, il monte santo, e sul monte farà l'esperienza di Dio. «Ecco il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto di fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco». Dunque il Signore non è in nessuno dei segni di potenza, né il fuoco, né il vento, né il terremoto. Dove abita Dio? «Dopo il fuoco ci fu un mormorio di vento leggero». La tradizione letterale è "la voce del silenzio". Elia conosce Dio nella voce del silenzio, anzi nel tenue silenzio.
Che cosa significa questo? Che Dio non parla nei segni della potenza e della grandezza del mondo. Dio parla laddove la tua intelligenza e il tuo cuore non gli danno appuntamento, Dio parla sorprendentemente laddove è il "silenzio a parlarti di Lui, voce del silenzio.
Questa è la seconda grande fenomenologia del Dio del silenzio. Quando non ce la fai, quando vorresti farla finita, quando tutto ti sembra perduto e soltanto un pane, davanti a Dio, ti fa camminare verso il monte santo, Dio non ti parla nella potenza e nella grandezza, ma nella sconfitta. Dio ti parla nel silenzio. La parola di Dio è tutta intrisa del suo silenzio. E se non lo fosse, la Bibbia sarebbe il Capitale di Marx, sarebbe il manifesto di una ideologia, la pretesa di spiegare il mondo con la parola e il concetto; invece la Bibbia è una finestra sull'abisso, sull'infinito. Dio è fuoco divorante, Dio è l'inquietudine, il tormento; Dio è il Signore delle arcate spezzate, che ti lascia nell'attesa.

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