martedì 27 maggio 2008

Liturgia della cena nella Chiesa antica

Ordinamento ecclesiastico di Ippolito, 31,3-4; 46,8-11

I diaconi recano le offerte sacrificali, sulle quali il vescovo, insieme col presbiterio, pone le mani. Poi il rendimento di grazie, all`inizio alternato con la comunità:
«Il Signore sia con voi!».
«E con il tuo spirito!».
«In alto i cuori».
«Li abbiamo rivolti al Signore».
«Rendiamo grazie al Signore».
«E` giusto e retto».
«Ti ringraziamo, o Dio, per mezzo del tuo servo amato Gesù Cristo, che negli ultimi tempi tu ci hai mandato quale salvatore, redentore e nunzio del tuo volere: il Verbo divino da te inseparabile, per mezzo del quale tu hai fatto tutto e in cui hai trovato le tue compiacenze. Lo hai mandato dal cielo nel seno di una vergine e nel di lei corpo assunse carne e dimostrò di essere tuo Figlio con la sua nascita di Spirito Santo dalla vergine. Per adempiere la tua volontà e prepararti un popolo santo, stese le mani, perché soffrì per liberare dai dolori coloro che hanno confidato in lui. Liberamente si abbandonò agli strazi per affiggere in croce la morte, spezzare i lacci del diavolo, calpestare l`ade, illuminare i giusti. Per annunciare la risurrezione, prese il pane, ti ringraziò e disse: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che per voi viene spezzato". Similmente anche il calice, con le parole: "Questo è il mio sangue, che per voi viene versato. Quando fate questo, attuate il mio ricordo". Pensando dunque alla sua morte e alla sua risurrezione, noi offriamo a te il pane e il vino, e insieme ti ringraziamo che ci hai fatti degni di stare davanti a te e compiere per te il servizio sacerdotale. E ti preghiamo che tu mandi il tuo Santo Spirito sulle offerte sacrificali della santa Chiesa rendendola unita. Concedi a tutti quelli che partecipano alle tue sante cose di essere riempiti di Spirito Santo, a rafforzamento della fede nella verità, affinché ci sia dato di lodarti e glorificarti per mezzo del tuo servo Gesù Cristo; per mezzo suo a te gloria e onore, al Padre e al Figlio con lo Spirito Santo nella tua santa Chiesa, ora e per tutta l`eternità. Amen».
A questo momento con tutto il popolo possono pregare anche i neobattezzati che prima non potevano farlo con i fedeli, prima cioè di aver ottenuto tutto. E dopo che hanno pregato, possono dare con la bocca il bacio di pace. Poi dai diaconi vengano portati i doni al vescovo, ed egli renda grazie sul pane, simbolo - come dicono i greci per la somiglianza - del corpo di Cristo, e sopra il calice con vino e acqua, simbolo - come dicono i greci per la straordinaria somiglianza - del sangue, versato per tutti quelli che in lui hanno creduto; e anche sul latte misto a miele in compimento delle promesse venute dal Padre, che parlano di una terra dove scorre latte e miele, che Cristo ha dato come sua carne, e con cui i fedeli vengono nutriti quali fanciulli, mentre con la dolcezza delle opere raddolciscono l`amarezza del cuore. L`acqua nel sacrificio simboleggia il battesimo perché l`uomo interiore, sostanza animata, riceve quello che riceve il corpo. Su tutto questo il vescovo deve istruire i comunicandi.
Mentre spezza il pane, porge i singoli pezzetti dicendo: «Pane celeste in Cristo Gesù». Il comunicando invece risponde: «Amen». Se non vi sono presbiteri a sufficienza, anche i diaconi possono reggere, con venerazione e santo timore, i calici; il primo regge l`acqua, il secondo il latte, il terzo il vino. E i comunicandi possono gustare dei singoli doni, mentre il ministro dice tre volte: «In Dio, Padre onnipotente» - e il comunicando risponde: «Amen» - «e nel Signore Gesù Cristo e nello Spirito Santo e la santa Chiesa». E il comunicando dice: «Amen».

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