lunedì 3 marzo 2008

IL DIGIUNO FORGIA DEL CRISTIANO


di Giovanni Crisostomo

Non è male mangiare - non sia mai! -, ma la gola è dannosa: riempirsi più del bisogno, sino a che il ventre scoppi; ciò rovina lo stesso piacere del cibo. Così, non è male bere moderatamente del vino, ma lo è abbandonarsi all`ubriachezza e lasciare che la smoderatezza ci sconvolga il giudizio e la ragione. Se per la debolezza, o carissimo, non puoi osservare il digiuno per tutto il giorno, nessuno che sia intelligente potrà fartene un rimprovero. Il nostro Signore, poi, è mansueto e amorevole e non ci chiede nulla al di sopra delle nostre forze; non ci chiede l`astinenza dal cibo e il digiuno per se stessi, o semplicemente perché noi restiamo privi di mangiare, ma perché rinunciamo alle faccende della vita e dedichiamo tutto il nostro impegno alle realtà spirituali.
Se guidassimo la nostra vita con impegno di sobrietà e spendessimo tutte le nostre energie per le realtà spirituali e se prendessimo cibo solo quanto richiede la pura necessità e impegnassimo tutta la nostra vita nelle opere buone, non avremmo bisogno di aiutarci col digiuno. Ma poiché la natura umana è indolente e si abbandona facilmente alla distrazione e al godimento, per questo il nostro buon Signore, come un padre amoroso, ha pensato per noi alla medicina del digiuno, perché così il piacere ci fosse tolto e noi fossimo spinti a trasferire le nostre preoccupazioni dalle necessità della vita alle opere spirituali. Perciò, se vi è qui qualcuno che per debolezza fisica non può digiunare, non può privarsi del pasto, lo esorto a curare questa sua debolezza organica, ma per questo non si privi della dottrina spirituale, ma vi si dedichi con maggior impegno.
Davvero, davvero, molte sono le vie che ci possono aprire le porte nella fiducia nel Signore: molte più che il semplice digiuno! Perciò chi si ciba e non può digiunare, dia prova di sé con elemosine più abbondanti, con preghiere ferventi, con l`alacrità nell`ascolto della parola divina: a tutto ciò la debolezza del corpo non è di impedimento; e si riconcili con i nemici ed elimini dall`animo ogni sentimento di vendetta. Se farà così, osserverà il vero digiuno, quello che il Signore soprattutto ci richiede. Perché questo è lo scopo per cui egli ci comanda di astenerci dal cibo: frenare la petulanza della carne, rendendola docile all`adempimento della legge di Dio.

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