martedì 10 aprile 2007

E' Pasqua!

E` la Pasqua del Signore, è la Pasqua, sì, la Pasqua, diciamolo ancora a gloria della Trinità. E` per noi la festa delle feste, la solennità delle solennità. Come il sole supera le stelle col suo splendore, così essa supera tutte le altre feste, e non solo quelle degli uomini, che sono puramente terrene, ma anche quelle che sono di Cristo stesso e che si celebrano in suo onore... Ieri l`Agnello veniva immolato e gli stipiti delle porte aspersi di sangue. Mentre l`Egitto piangeva i suoi primogeniti, noi, protetti da quel sangue prezioso, sfuggivamo all`angelo sterminatore, a cui quel segno incuteva timore e rispetto. Oggi abbiamo definitivamente lasciato l`Egitto, la tirannia del faraone crudele e l`oppressione dei sorveglianti; siamo stati liberati dal lavoro dell`argilla e dei mattoni. Nessuno può impedirci di celebrare, a gloria del Signore nostro Dio, la festa dell`Esodo, e di celebrarla non con il vecchio lievito della malizia e della malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità (1Cor 5,8), perché ormai non portiamo più niente con noi dell`empio lievito dell`Egitto.
Giorno della risurrezione: un fausto inizio! Accendiamo la nostra luce in questo giorno di festa. Abbracciamoci l`un l`altro. Rivolgiamoci, o fratelli, anche a coloro che ci odiano, non soltanto a chi, per amore, abbia compiuto o sofferto qualcosa per noi. Rimettiamo tutto alla risurrezione e perdoniamoci l`un l`altro...
Ieri ero crocifisso con Cristo, oggi sono glorificato assieme a lui; ieri morivo con lui, oggi veniamo entrambi vivificati; ieri ero seppellito insieme con Cristo, oggi io e lui risorgiamo. Rechiamo, dunque, offerte a colui che ha patito ed è risorto per noi. Voi pensate, forse, che io intenda dire oro o argento o tessuti o pietre lucenti e preziose: materia corruttibile, insomma, che proviene dalla terra e sulla terra è destinata a rimanere, in proprietà, per lo più, di gente malvagia e schiava del mondo e del suo principe. Io dico, invece, che dobbiamo offrire a Dio tutti noi stessi: questa è l`offerta a lui più gradita e conveniente. Restituiamo all`immagine [l`impronta divina presente nell`uomo] quanto le si addice, riconosciamo la dignità che ci è ascritta, rendiamo onore all`archetipo, adoperiamoci a intendere l`importanza del mistero e a capire nel nome di chi Cristo è morto.
Cerchiamo di essere come Cristo, giacché anche Cristo è divenuto come noi; di diventare dèi per mezzo di lui, dal momento che lui stesso, per il nostro tramite, è diventato uomo. Prese il peggio su di sé, per farci dono del meglio: si fece povero perché noi, grazie alla sua povertà, divenissimo ricchi (cf. 2Cor 8,9); assunse l`aspetto d`un servo (cf. Fil 2,7), perché ottenessimo la libertà; discese in basso, perché noi fossimo elevati in alto; subì la tentazione, perché noi riuscissimo a vincerla; si lasciò disprezzare, per donare a noi la gloria; morì, per recarci la salvezza; salì al cielo, per attirare a sé coloro che giacciono a terra, dopo esser caduti a causa del peccato.
Ciascuno, dunque, doni tutto, offra in sacrificio tutto a colui che diede in cambio se stesso per la nostra redenzione (cf. Mt 20,28). Il dono più grande che potremo fare, d`altronde, sarà proprio quello di donare tutti noi stessi, dopo aver compreso il significato di un tale mistero ed esserci resi conto del fatto che egli ha compiuto ogni cosa per noi.

Gregorio di Nazianzo

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